Amedeo allora non ritenne affatto di mancare alla promessa fatta al Pontefice di portare le sue armi «contra Turchos et Saracenos» se avesse tentato di liberare l’imperatore di Bisanzio dalla prigionia. Sollecitato anche dallTmperatrice Elena (1) si decise di muovere contro Stratimiro ed a tal fine l’imperatrice gli concesse altre truppe, due galere e qualche piccolo aiuto finanziario. Domenico Verogio genovese di Pera si obbligò a partecipare all’impresa con una galera di sua proprietà; due altre galere vennero concesse dalla comunità genovese di Pera. Un’altra infine venne armata dal Conte, che la scelse come Capitana, alzandovi il suo stendardo. Prima di partire per l’impresa diede ordine che una delle galere datagli dalla Comunità di Pera si recasse al comando di Giovanni Magnerri in Mar Nero e risalisse il Danubio fino a Viddin per liberarvi l’imperatore prigionero. Su questa galera vennero imbarcati i Signori di Urteries e di Fromentes, per svolgere le trattative col Re Bulgaro. Ma proprio appena uscita dal Bosforo la galera fu sorpresi da una fortuna di mare che la costrinse a ritornare a Costantinopoli. Amedeo allora decise di effettuare in persona la spedizione lasciando un adeguato reparto di milizie per la difesa di Costantinopoli sotto il comando di Gaspare di Montemaggiore. L’armata Sabauda partì da Costantinopoli ai primi di Ottobre, il giorno 6 essa giunse a Lofernal (Mesembria) che venne occupata, imponendo una taglia (2) straordinaria su tutti gli abitanti. Il 17 l’armata si presentò davanti a Sinopoli che fu anche occupata. Amedeo lasciò un presidio nelle due città e nei Castelli di Lassillo e di La-mona (Eimone, Einich) al comando di Berbion di Foras e Guglielmo di Chalamont. Subito dopo egli proseguì per Varna davanti alla quale si presentò il 25 Ottobre. Da Varna inviò un ambasciatore a Tirnovo per ottenere da Stratimiro il rilascio del Paìeologo. Stratimiro persuaso che i Crociati Sabaudi avrebbero certamente conquistato anche Varna, chiese di venire a patti e di sospendere le ostilità fino all’arrivo di Giovanni. L’Imperatore giunse solo il 23 Gennaio 1367 a Mesembria e proseguì per Costantinopoli alla cui volta mosse anche Amedeo giungendovi l’8 Aprile, ospitato nel palazzo imperiale. Mesembria fu da Amedeo ceduta allTmperatore verso la corresponsione di 15 mila fiorini. Avvicinandosi la fine del noleggio delle galere Amedeo volle fare qualche azione contro il Turco ed occupò due castelli sul Mar di (1) Il Corelli nell’opera citata descrive in modo romanzesco l’incontro di Amedeo coll’imperatrice che asserisce fosse Maria della famiglia Borbone. Ciò non risponde assolutamente al vero. Esisteva effettivamente in quell’epoca una Maria di Borbone vedova di Roberto d’Angiò Principe di Taranto che portava il titolo di Imperatrice di Costantinopoli, ma nulla ella aveva a che fare coUa Corte Orientale. Ringrazio di questa notizia il Generale Corderò Lanza di Mon-tezemolo Direttore della biblioteca di S. M. il Re che gentilmente me la fornì. (2) Dal citato conto del Barbieri risulta che la taglia imposta agli abitanti di Mesembria fu di 17.500 perperi. Poiché, secondo il Sanudo, due perperi valevano un ducato d’oro di Venezia, il valore della taglia risulta quindi di 8750 ducati. 89