Mentre questi fatti si svolgevano in Oriente Amedeo prese nuovamente le armi perchè costrettovi dalla complessa situazione che si era creata in Italia per il possesso del Regno di Napoli al quale aspiravano Lodovico d’Angiò fratello di Carlo V" Re di Francia e Carlo 111° Duca di Durazzo incoronati ambedue Re di quella terra, il primo dal Pontefice Urbano VI° e l’altro dall’antipapa Clemente VII0. Il Conte Verde si schierò a fianco dell’Angioino che gli promise in compenso la cessione della Contea di Val di Stura da lui posseduta. Amedeo assieme a Lodovico penetrò nel Regno di Napoli attraverso l’Emilia (1) le Marche e l’Abruzzo. Giunti però gli alleati in Puglia, Amedeo fu colpito da una violenta malattia infettiva che lo condusse in breve alla morte. Egli finì i suoi giorni il 18 Marzo 1383 a Santo Stefano, piccolo villaggio a Nord-est di Campobasso. Oltre ad Amedeo morirono per la pestilenza durante la permanenza nel Regno di Napoli molti altri gentiluomini savoiardi che lo accompagnavano. Nella registrazione fatta dal notaio della sventura chc colpiva l'esercito Sabaudo è scritto: «scompare quello che tra tutti i principi « era audace prudente e benigno come ne fanno testimonianza Iddio « e il mondo ». Dopo la morte di Amedeo le genti sabaude e poco a poco abbandonarono gli Angioini rientrando nelle loro terre. La salma del Conte, con salvacondotto del nemico, il 22 Marzo venne trasportata a Tripergoli presso Pozzuoli racchiusa in una cassa di cipresso mentre il fido Gaspare di Montemaggiore si recava a Napoli per ottenere da Carlo III0 di Durazzo di poter imbarcare le spoglie per riportarle in patria. Per il trasporto furono noleggiate due navi mercatnili di Savona che si trovavano a Pozzuoli. La partenza avvenne il 28 Marzo. La traversata fu avventurosa per il cattivo tempo specialmente nell’arcipelago Toscano. Giunte le navi ad Albenga non fu possibile ottenere dal Marchese del Carretto l’autorizzazione di attraversare il suo territorio e perciò si dovette proseguire colle navi fino a Savona dove 1 11 Aprile la bara potè essere sbarcata. Il 26 Aprile il mesto convoglio si mise in cammino valicando l’Appennino e quindi per Cerva, Fossano, Savigliano e Carignano proseguì per Rivoli verso Altacomba dove giunse l’8 Maggio e la salma venne inumata nel sepolcreto dei Savoia accanto a quelle del padre e della madre. Morì così miseramente nel pieno vigore delle forze, non ancora cinquantenne, questo grande Principe Sabaudo, una delle più fulgide figure della nostra gloriosa Dinastia, guerriero instancabile, avventuroso ed animato da un purissimo sentimento di italianità che lo guidò costantemente in tutte le azioni della sua vita. Questo sentimento lo persuase prima ad espandere i suoi domini in Piemonte anziché al di là delle Alpi, come gli sarebbe stato più (1) Vedi C. Malagola —- II Conte Verde nel Bolognese con Lodovico D’Angiò — Numero unico 1893. 96