Il Senato Veneziano si dolse molto per questa inutile spedizione che aveva provocato la sospensione dei traffici coi porti della Siria e dell’Egitto, il sequestro delle merci veneziane che in essi si trovavano e l’arresto dei mercanti residenti colà per esercitarvi il commercio. Urbano Vo, assai contrariato, si affrettò ad annullare le Bolle concesse Fanno precedente al Re di Francia e ad Amedeo, ma non abbandonò l’idea della Crociata. Egli rinnovò quindi le insistenze presso i sovrani cattolici, e specialmente presso l’imperatore Carlo IVo e il Re di Ungheria Lodovico, perchè la crociata potesse compiersi nel 1366. Oltre le ragioni di indole religiosa, persuase il Pontefice ad insistere per il compimetno della Crociata, il desiderio di liberare l’Italia e la Provenza dalle Compagnie di ventura, vera piaga e vergogna di quel tempo. Egli infatti si era visto in quegli anni circondato nel suo palazzo da una accozzaglia di diecimila uomini guidati da Bernardo Duguesclin (1), dalle imposizioni del quale non si potè liberare che pagando una contribuzione di 200 mila fiorini d’oro e concedendo a tutta quella canaglia l’assoluzione dei peccati. Vedendosi cosi minacciato era quindi logico egli pensasse di riportare la Santa Sede a Roma dove egli sperava di trovare maggiore sicurezza e di sottrarsi anche alla troppo pesante ingerenza dei Re di Francia nella politica del papato. Nella primavera del 1365 l’imperatore Carlo IVo si mise in cammino per recarsi ad Avignone onde assicurare personalmente il Pontefice che avrebbe favorito la buona riuscita della Crociata persuadendo i suoi vassalli a parteciparvi di persona o inviando truppe o concedendo aiuti finanziari. Passando attraverso gli Stati del Conte di Savoia, Carlo rimase assai favorevolmente colpito dalle doti personali del principe e gli dimostrò la sua considerazione nominandolo suo Vicario nella Contea di Savoia e nelle Diocesi di Tarantasia, Aosta, Moriana, Ivrea, Torino, Losanna e Ginevra. Assieme a lui proseguì verso Avignone. Nell’udienza concessa al Sovrano ed al Conte Verde da Urbano Vo» questi li intrattenne sulle necessità di attuare la Crociata. L’Imperatore rinnovò le promesse già fatte ed Amedeo invece, colla solita generosità del suo animo, diede formale assicurazione di prendere personalmente la Croce. La promessa del Conte si deve ritenere determinata non solo dal suo grande sentimento religioso, ma anche dal desiderio di affermare i possibili diritti della sua Casa sulla Corona d’Oriente contestatigli da Giovanni Paleologo Marchese di Monferrato. Lodovico Re d’Ungheria inviò nello stesso anno i suoi ambascia-tori al Pontefice per assicurarlo che anche lui era disposto a partecipare alla Crociata. Egli però non voleva compiere una spedizione via (1) Bernardo Duguesclin fu un magnifico tipo di soldato di grandissimo utile ai Re di Francia nelle lotte contro gl’inglesi. Egli venne creato Connestabile ed alla sua morte fu sepolto a Saint Denis nel sepolcreto reale. 78