Il 21 egli si presentò davanti a Samotracia, occupata poco prima dall’armata di Ibrahim, e rialzò su essa il vessillo di S. Marco. Dopo tre giorni di permanenza nell’isola rimandò le galere grosse e le navi ad attenderlo a Capo Schileo e si accinse ad altre operazioni. Nel riferire al Senato sulla missione compiuta, il Capitano delle navi Marco Orio scrisse: «Questo Zeneral se fa onor et fa quelo feva vechi « Capitani che era sempre a le spale de l’inimico facendoli dani per « sbigotirli, et è in lui solecitudine, realtà, voluntà et optimo governo. «E’ ben amato da tutta l’armata sì da grandi come da pizoli». Partito il Pesaro da Samotracia il 24 Settembre si recò a Taso e Skiro sulle quali rialzò la bandiera veneziana rifornindole di polvere e biscotto, ed inviò il Provveditore d’Armata Pisani con 7 galere ad Imbro, Nasso, Paros, Tino ed alle Sdille (1) facendosi raggiungere a Napoli di Romania dove l’armata si riunì al completo. Il Pesaro rifornì la città di quanto aveva bisogno e rioccupò il Castello di Ter-missi preso dai Turchi nell’Agosto, poi andò a Malvasia dove giunse il 14 Ottobre proseguendo quindi per la Vaticha e Castel Rampan. Il Provveditore dello Zonchio Carlo Contarini il giorno 12 Settembre si era presentato sulla Bastarda del Capitano Generale per scusare la sua resa al nemico. Il Pesaro lo fece mettere ai ferri sulla sua galera ed ordinò che venisse istruito processo contro di lui. Di ciò diede avviso al Senato informando che avrebbe egli stesso fatto i processi contro ogni colpevole «et cussi a tutti altri falirà (2) o habi falito, sia chi si voglia». Il 20 Ottobre fu emessa la sentenza contro il Contarini che «si «trovò molto colpevole et esser degno di morte». L’indomani mattina infatti due ore dopo il sorger del sole egli venne decapitato sulla prora della bastarda generalizia alla presenza di tutta l’armata. Il corpo del Contarini rinchiuso in una cassa venne consegnato ad una galera di Candia diretta nell’isola, perchè vi fosse sepolto in una Chiesa a disposizione della famiglia. Oltre al Contarini il Pesaro fece impiccare all’antenna della sua galera altri 27 graduati e soldati del presidio arresosi allo Zonchio. Altri patrizi vennero puniti ed il Sanudo cita fra questi: Francesco Cicogna Provveditore in Morea per aver «intachada la camera» (3), Francesco Bembo Provveditore a Modone e Leonardo Marcello Rettore di Egina. Il processo contro Polo Yallaresso Provveditore di Corone durò fino al 16 Dicembre 1500 e finì colla sua assoluzione. Il Pesaro allora gli affidò il comando di una galera. Nel riferire la sentenza al Senato il Pesaro lo fece con queste parole: «Come fe tajar la testa a sier Carlo Contarini cussi havendo « visto il processo di Sier Polo Yalaresso fo in Coron, et trovatolo in-« nocente lo ha absolto per esser cussi li meriti». (4) (1) L’ancoraggio presso l’isola di Delos. (2) Dal verbo arcaico usato in Veneziano «fallire» che corrisponde a disertare. (3) Compiute malversazioni. (4) Sanudo — Diarii — Voi. Ili — pag. 1271. 124