Amedeo, vedendosi minacciato nei suoi possessi, entrò nella Lega antiviscontea. Mentre i Visconti non trovarono altro alleato che Can Grande della Scala Signore di Verona, nella Lega oltre il Pontefice entrarono la Regina Giovanna di Napoli, Firenze, gli Estensi, i Gonzaga, i Carraresi, i Malatesta ed i Comuni di Siena e Perugia. Negli anni successivi il Conte dovette sostenere anche un'altra guerra col Marchese di Saluzzo che si era posto sotto il vassallaggio della Francia, la quale desiderava anche di mettere saldo piede al di qua delle Alpi ai danni dei Savoia. Le imprese compiute fino allora da Amedeo gli avevano ovunque creata una fama di uomo cavalleresco, nemico di ogni viltà, fiero contro ogni inganno, generoso, di sentimento elevatissimo dell’onore e protettore dei deboli. Queste belle doti del suo animo erano così poco comuni tra i Principi di allora che dovettero necessariamente elevarlo nella stima e nella considerazione di tutti. Di ciò è assai facile persuadersi se si pensa ai metodi di governo, alla spregiudicatezza ed alla ferocia e crudeltà comune nelle Corti dei suoi contemporanei come quelle dei Visconti, degli Scaligeri e dei Malatesta, tutti di così triste fama per l’Italia. * * * Quando nel 1378 si iniziò la guerra tra Genova e Venezia in seguito all occupazione dell’isola di Tenedo fatta dai Veneziani col consenso delFImiperatore Bizantino Giovanni, Amedeo ne sentì, al pari del Pontefice un grande dolore giacche egli comprendeva che con le ripetute guerre che da tempo le due Repubbliche stavano combattendo esse avrebbero finito coll’indebolirsi del tutto a vantaggio dei Principi stranieri e dei Visconti che, raggiunto ormai un così vasto •dominio in Italia, speravano di riuscire, o presto o tardi, ad affermare la loro potenza anche sul mare. La dimostrazione di questa aspirazione dei Visconti si era già infatti avuta nel 1353 quando dopo la sconfitta di Alghero i Genovesi credettero di salvarsi dalla minaccia della coalizione veneto-aragonese mettendosi sotto la protezione di Giovanni Visconti Arcivescovo e Signore di Milano e successivamente dei nipoti di questo, Matteo, Bernabò e Galeazzo, finché il 15 Novembre 1356 il popolo si ribellò, rinominando Doge Simone Boccanegra. Anche Lodovico Re di Ungheria aveva messo esca al fuoco perchè la guerra avvenisse, desiderando di occupare la Dalmazia ed il Friuli e di rendere sua tributaria la Repubblica di Venezia. Come è noto la guerra, che si chiamò «di Chioggia» riunì da una parte con Genova, Lodovico di Ungheria, il Patriarca di Aquileia e Francesco da Carrara, mentre Venezia riuscì ad avere solo l’alleanza del Re di Cipro e del Visconti, spinto a ciò dal desiderio di ritornare in possesso di Genova. La guerra iniziatasi sotto i migliori auspici per Genova ed i suoi alleati finì con una energica riscossa dei Veneziani, che, liberata Chioggia dall’assedio, ottenero poscia una netta superiorità navale sui loro avversari. 91