L'armata ottomana lasciò Tolone «piene le galere di schiavi francesi, di denari francesi e di merci preziose di ogni sorta» (1). La scortarono durante il viaggio di ritorno in Levante 5 galere del Re di Francia con Leone Strozzi e Paulin de la Garde. Anche durante questa navigazione i legati del Re Cristianissimo assistettero come testimoni a numerose «selvaggie scene di saccheggio « e di ferocia» (2) che i Turchi compirono sulle coste della nostra penisola, lasciando ancora immuni quelle della Liguria (3). Specialmente gravi furono i danni arrecati a Talamone, (4) Porto Ercole, isola del Giglio, Ischia, Procida, Policastro, Lipari e Gallipoli. In queste varie città il Barbarossa prese ben 10 mila schiavi che si portò a Costantinopoli. La flotta Spagnuola, forte di 30 galere e comandata da Giannet-tino Doria, mentre questo avveniva, seguiva a prudente distanza senza cercare d’impedire tante distruzioni, dando così evidente prova degli accordi che erano intervenuti tra il vecchio corsaro algerino e l’astuto Ammiraglio genovese. Questo del resto non deve recare meraviglia perchè il Doria fino dal 1538 nelle acque di Prevesa, quando al comando di un’armata di Venezia e di'Spagna si trovò di fronte il Barbarossa, manovrò in modo che la battaglia impegnata riuscisse di esito incerto. (5) Leone Strozzi si separò dal Barbarossa a Patrasso e fece ritorno in Francia dove apprese la firma della pace di Crepy tra l’impero e la Francia. Francesco aveva invece dichiarata la guerra ad Enrico Vili Re d’Inghilterra che aveva occupato Boulogne sur mer. Leone Strozzi e Paulin de la Garde furono perciò inviati ad operare in Atlantico sotto gli ordini dell’Ammiraglio Annebaut. Leone armò per la guerra 4 galere di proprietà della sua famiglia. L’armata francese lasciò Le Havre il 17 Luglio 1545 sbarcò nell’isola di Wight mettendola a sacco e non potè compire altre imprese perchè, per il cattivo tempo fu costretta a ritornarsene sulle coste di Francia. (1) C. Manfroni — Opera citata. (2) C. Manfroni — Opera citata. (3) Secondo F. D. Guerrazzi nella sua vita di Andrea Doria, il Barbarossa partendo da Tolone fece significare alla Repubblica di Genova che «se così le piacesse» sarebbe passato senza offendere e che desiderava per compenso non essere offeso. A Vado dove il Barbarossa sostò «lo presentarono di vettovaglie «elette, di stoffe di seta e di velluti, nè Andrea gli si mostrò avaro di munizioni e «di altri presenti». Vedi anche Manfroni - Genova. L”Impero Bizantino e i Turchi Soc. Ligure di Storia Patria. 1898. (4) Le devastazioni fatte dal Barbarossa a Talamone furono dovute ad una vendetta che egli voleva, compiere contro Bartolomeo da Talamone che era stato Capitano delle galere Pontificie e che l’anno prima aveva devastato i possessi del Barbarossa a Metelino. A Tolomone il Barbarossa fece distruggere la casa del Capitano che era morto da poco tempo e ne fece dissotterrare il cadavere (Bosio -opera citata). (5) C. Manfroni — Storia della Marina Italiana. 147