Fino dai primi anni egli dimostrò una grande attitudine alla vita di mare, perciò egli fu inviato a frequentare la scuola dell’Annun-ziatella e poscia prestò servizio sulle unità che quasi senza sosta lottavano per reprimere la pirateria dei corsari barbareschi. Quando l’Acton assunse la carica di Primo Ministro egli pensò di far impratichire gli ufficiali di marina imbarcandoli in parte su navi inglesi. Caracciolo fu inviato a bordo di queste ed il D'Ayala (1) anzi afferma che egli si trovava su uno dei vascelli di Rodney alla battaglia di Capo S. Vincenzo (1779). Nel Settembre 1781 il Caracciolo fece ritorno in patria riprendendo imbarco sulle unità impegnate nelle ardite caccie dei corsari di Tunisi e di Algeri e diede continue prove delle sue belle qualità di valente marinaro e di coraggioso soldato. Nel 1782 col grado di Capitano di Fregata ebbe il comando della fregata da 30 cannoni «Santa Dorotea» colla quale catturò una corvetta barbaresca sulle coste meridionali della Sicilia. Durante la spedizione compiuta nel 1784 dal Regno di Napoli unitamente alla Spagna, al Portogallo ed all’Ordine di Malta contro il Bey di Algeri, il Caracciolo ebbe il comando dello sciabecco «Vigilante». A questa spedizione, oltre al «Vigilante» presero parte i vascelli «San Giovanni» e «San Gioachino» da 64 cannoni acquistati a Malta; le fregate «Santa Dorotea» e «Santa Teresa» da 30 cannoni acquistate in Spagna; la fregata «Minerva» da 40 cannoni costruita nel cantiere di Castellamare; i brigantini «Lipari» e «Vulcano» e le polacche «La Concezione» e «Gran Ferdinando» adibite, la prima a nave ospedale e la seconda a nave oneraria. Comandante di questo bel nucleo di navi fu designato il Brigadiere Gerolamo Bologna che però era (2) «vecchio ed infiacchito dalle infermità». Il comando di fatto era tenuto perciò dal suo Capo di Stato Maggiore Comandante del «San Giovanni» il senese Bartolomeo Forteguerri. La narrazione della spedizione è stata fatta in modo dettagliato in un «Diario e piena notizia della spedizione di Algeri del 1784» che il Maresca ha rintracciato nel Grande Archivio di Napoli fra le filze della Segreteria di Stato di G. Acton. Non si conosce il nome del compilatore del Diario ma il Maresca lo ritiene vergato da uno dei giovani guardiamarina imbarcati sullo sciabecco comandato appunto dal Caracciolo. La parte più interessante di questo Diario è integralmente riportata nell’opera del Maresca (3). La squadra del Bologna lasciò Napoli il 18 Maggio 1784 scortata fino a Nisida da Re Ferdinando che aveva preso imbarco sul brigantino «Sparviero». Toccata Maiorca l’armata proseguì per Cartagena dove si unì alle forze alleate passando sotto il comando dell’Ammira- (1) D’Ayala — Vite degli Italiani benemeriti della patria. (2) B. Maresca ■— Opera citata. (3) B. Maresca — Opera citata — pag. 54 e seguenti. 184