LAZZARO MOCENIGO Lazzaro Mocenigo apparteneva ad una famiglia delle più ricche ed influenti che fiorivano a Venezia nel Secolo XVTI. Il padre Giovanni era stato Senatore ed a sua volta era figlio di Antonio morto mentre era Provveditore a Palma. Giovanni aveva ricoperto prevalentemente cariche civili, ma nel 1617 durante la guerra contro gli austro-ispani era stato prima Governatore di galeazza e dopo Provveditore d’Armata. La madre di Lazzaro era Elena Bernardo, ed apparteneva an-ch’essa ad una famiglia patrizia, molti membri della quale ricoprivano cariche navali. Era figlia del Senatore Antonio-Maria e nipote di Lorenzo, che troveremo secondo Capitano delle Navi ai Dardanelli nel 1645. Sposò Giovanni Mocenigo nel 1620 dopo essere rimasta vedova di Giorgio Contarmi. Questo ramo di Casa Mocenigo era detto della «Carità» essendo proprietario del palazzo che esiste in quella località sul Canal Grande, oggi conosciuto col nome di Gambara, perchè alla fine del secolo X\ II, quando si estinse questo ramo della famiglia Mocenigo, per discendenza femminile passò in proprietà dei Gambara, da poco aggregati al patriziato veneziano. Come risulta da un documento (1) del 5 Ottobre 1696 quando il ramo di questa casa si estinse, venne fatto un inventario generale di quanto esisteva nel palazzo. Da questi elenchi risulta che «nella camera so-« pra Canal» si conservava un «baston da General de tartaruga con vere d’arzento» che era evidentemente il bastone di comando di Lazzaro, «una commission con cartoni d’arzento et sacchetto di samis « d’oro» owerossia il decreto ducale che lo nominava Capitano Generale ed «un retrato in piedi del N. JL q- Lazzaro Mocenigo con soasa (2) intagliata». Nel «Mezà dei quadri» esistevano inoltre un altro ritratto di Lazzaro e «due fanò turcheschi di rame». «Sotto il portego» infine «24 lanze e freze» e una «insegna da gallia e due dolfini dorati». * * * Lazzaro nacque il 9 Luglio 1624 ed a 11 anni rimase orfano di padre. Egli era il minore dei fratelli, due dei quali servirono pure in armata. Dell’educazione del giovane s’incaricò il prozio Lorenzo Bernardo e le cure che gli furono prodigate devono essere state molte e assidue (1) R. Archivio di Stato di Venezia - Inventari - Petizioni filza 394. (2) Cornice. 155