anche funzioni di scarsa importanza. Oltre ai fratelli di Oberto, Lamba e Nicolò vi erano i figli di Jacopo e tutti gli altri rampolli di questa gloriosa famiglia, ad eccezione di quelli che per età troppo immatura, per la salute cagionevole oppure perchè, coprendo altri incarichi nel Comune, non avevano potuto salire a bordo. (1) Sebbene per la galera degli Spinola non sia pervenuto fino a noi un analogo documento si deve però ritenere come cosa certa che anche su questa fosse assai notevole il numero dei membri di Casa Spinola. (2) L’armata pisana convinta di aver di fronte un’armata di forza inferiore, accettò la sfida di Oberto Doria ed uscì dal porto disponendosi in ordinanza frontale. Al centro della formazione prese posto il reparto del Conte Ugolino armato con equipaggi sardi, sulla destra si dispose il reparto di Alberto Morosini sulla cui galera sventolavi il gonfalone della Repubblica e sulla sinistra il reparto dell’Ammiraglio Saracini. (3) Il contatto tra le due armate avvenne nel pomeriggio del 6 agosto presso gli scogli della Meloria a poche miglia dall’entrata di Porto Pisano. Il cielo era sereno e il mare completamente calmo; i Pisani avevano l’animo pieno di fiducia nella vittoria perchè gli equipaggi erano riposati, come si è detto e ritenevano di avere di fronte un’armata più debole della loro. L’urto fra le due armate avvenne con una violenza incredibile. Oberto Doria, volendo conquistare il gonfalone nemico, abbordò senz’altro la galera del Morosini. Appena avvenuto il contatto! tattico, lo Zaccaria, secondo l’ordine ricevuto, mise in assetto di combattimento le sue 30 galere ed a voga arrancata mosse per investire di fianco il reparto del Saracini. Nel combattimento tra le galere del Doria e del Morosini lo stendardo di Pisa venne abbattuto e la Capitana Pisana si arrese essendo il Morosini rimasto gravemente ferito alla faccia. I Genovesi, animati sia dal successo riportato dal loro Comandante che dall’entrata in azione delle galere dello Zaccaria, raddoppiarono le loro energie. Prima si combattè colle balestre, coi mangani, colle petriere e poi quando si venne all’arrembaggio si usarono oltre alle armi ad asta ed alle freccie ed ai dardi, la calce polverizzata', il sapone liquido e l’olio bollente. (4) I Pisani malgrado fossero soverchiati dal numero resistettero con grandissimo coraggio e la carneficina fu orribile, ma solo 20 galere condotte dal Conte Ugolino riuscirono ad rientrare in porto. I Genovesi affondarono 7 galere nemiche e 30 ne catturarono. Rimasero prigionieri il Morosini ed un figlio del Conte Ugolino. I morti pisani furono moltissimi; le cronache del tempo fanno ascendere il loro numero a 5000; anche i prigionieri furono assai numerosi. (1) C. Imperiale — Opera citata. — Pag. 246. (2) Annales — Pag. 54. (3) G. B. Fanucci — Storia dei tre celebri popoli marinari ecc. III — pag. 134. (4) Annales — «tot generibus telorum, calcina, sapone machinis et tormentis usi fuerunt in pugna». 15