065 MDXXI, FEBBRAIO. 606 Dì Napoli, dii Secretano nostro, di 13. Come ozi era letere dii marchese di Pescara, di 10 : come li fanti, inteso la sua venuta, passono il fiume di Pescara acciò non li dicesse tornassenoin driedo e li devedasse il transito; il qual zonto li persuase a ritornar. Risposeno non voler, et erano di la Cesarea e Catolieha Maestà, el che non furiano danno su le terre di la Chiesia, et volendoli mandar in Spagna, non hessendo slà pagati, voleano più presto morir, perchè voleno zerchar di viver; e che dandoli danari torneriano. Scrive esso Secrelario, il prior di Capua domino Juliano Redolii è ancora qui. Scrive, si tien il Papa e l’Imperador s’intendino insieme. Item, Borgese Petruzo è pur malo. Il conte di Monte alto partirà diman per la querela a far processo, nè va fuor di casa come prima andava, et ha dato arzenti e danari assai etc. Dii dito, dì 16. Come in questa malina il prior di Capua è partito per andar a trovar il marchese di Pesc<#a, et il Papa voi a suo soldo 4000 fanli prediti et 500 lanze. Zuan Vincenzo Cosa, homo dii signor Prospero Colona, dice il signor suo non cavalcherà, ni etiam il conle di Polentia. Etiam uno nominato Alvaro, e uno altro è col ducha di Termini, dicono * il suo ducha non si moverà. Li fanli spagnoli fono a Tramezo, mia 12 di là di Tronto, hanno facto uno capitano nominato Grazia Mezistrinch, et hanno 800 schiopeti et 7 pezi di falconeti tolti... 11 conte Lodovico di Montalto è partito per Aquila, e don Ugo di Monchada per andar a la corte di la Cesarea Maeslà. Scrive, è letere di Spagna di... come, alcune terre erano per il Re è andate a unirse con quelle si tien per le comunità. Di sier Francesco Corner cl cavalier, orator nostro apresso la Cesarea Maestà, date a Vormantia, a dì 8. Si scusa non poter scriver cussi spesso, perchè non parte la posta dii Re, poi non è cossa di momento, che haria expedilo a posta. A dì 5 ricevete letere nostre di 25, 27 dii passalo, e andò a palazo per comunicarle e parlar al Re. Trovò era andato a la caza e tornerà quesla sera, e parlò a monsignor di Chievers, dove era il Gran canzelier; al qual dete la lelera di la Signoria si doleva di la morte dii reverendissimo cardenal di Chiever suo nipote, dicendoli domino Jacomo Florio dolor era in camino con la provision di 20 milia ducali, pregando soa signoria volesse far expedir le diferentie etc. Esso Chievers ringratiò la Signoria di la letera, et etiam di danari si manda, et che era contentissima observar li capitoli la Cesarea Maestà, nè da quelli partirsi, dicendo li meteria la mano perchè ’l Re desiderava pace con li principi christiani pur che versavice da loro li fosse corisposo; con allre parole voria e si oferisse esser bon mezo volendo la Signoria far col Re eie. Scrive, lui Orator ha inteso il successor verà la prima Domenega di quaresema. Desidera el vadi per ben di le cosse di la Signoria nostra, perché lui si poi hora mai più adoperar. Et scrive, Chievers li ha diio la Signoria non risponde a esso. Lui Orator rispose sempre averli dillo esser contentissima, però si atendi a definir quello si ha insieme. Scrive, sarà con l’oralor francese, zonlo sia dillo Florio, per far il tutto sia expedilo ad vota di le differentie nostre. Di la dieia non sono più reduti, et esser gran diferentie tra il reverendissimo Cardinal Magunlino e il ducha di Saxonia, e questo perchè cadaun voriano luor li voti in la dieta e il Cardinal non voi per niente, dicendo tocha a lui. E il Re voria acordarli, zoè che ’l primo dì lolesse il Cardinal, poi il secondo Saxonia, e cussi andasse drio ; ma il Cardinal non voi, dicendo che ’l Re non doveria far questo a chi tanto favor li ha dato a la sua eletion a l’imperio e si voleva partir; ma è stà persuaso restar, e dice il Re li è ubligato, sì ben li dà di 397 pension ducati 25 milia a l’anno. Siché questa dieta non si potrà spazar cussi in pressa : sono in gran di-ferentia Ira loro, e il Re voria esser lui quello le adatasse. Eri intrò tandem il marchexe di Brandeburg elector con 400 cavalli armati, et ozi è intrato il fra-telo dii duca di Saxonia con 200 cavalli. Il Re li fo contra di questo, ma non coutra il Marchese, licet sia eletor e fratello dii reverendissimo Magunlino, e questo perchè tenne dal re Cristianissimo quando fo electo Re di romani; ma ben li mandò contra il fra-delio dii Conte Palatino in suo loco con parte di la corte; per il che ditto Marchese I’ ha auto a mal. Et l’orator di Franza li fo contra, et scrive coloqui auti insieme, al qual poi li dete una lelera dii re Christianissimo li scrive, tratandose in la dieta cossa contraria a lui, voy difenderlo e non siegui guerra tra loro Re, e li fazi intender quello si farà in la dieta. Li ha risposto lo farà volentieri, e voi esser per il re Cristianissimo, e lui Oralor vadi spesso da lui. Scrive, cussi il Ile ha scritto a li allri Electori, ma il Magun-tino aula la letera non ha voluto dar audientia a l’orator predilo, et essendo con monsignor di Chievers, si ha dolesto. parlando, che volesseno altestar in la dieta il ben voler dii re Christianissimo e persuadesse l’Imperador a non venir in Italia con arme, perchè venendo si converia far la zornata, perchè il suo Re lien justo titolo sul ducato di Milan ; e di quello ha dato instruzion a esso Marchexe eletor.