50 CARNEVALE Carnevale, — In contrapposto al carnevale, sempre brioso e pieno di baldoria, il clero cittadino ha istituito da tempo remoto (1500) l’adorazione delle SS. Quarant’ ore. Il popolo che è sempre calcolatore di fatti ha assegnato al carnevale la domenica della sua prima malattia, della sua agonia, della sua morte secondo la chiesa che celebra le Quarant’ore. Se non che mentre a memoria d’uomo si possono ricordare le mascherate con carri di trionfo e allegorici, con comitive di uomini e donne vestiti in diversa foggia e colori, oggi il carnevale va dando il suo anelito per le proibizioni che la legge gli ha inflitte. La quarantena. — Dopo la baldoria di carnevale, il popolino, ad esprimere la quaresima come il tempo del raccoglimento e del lavoro, nei capistrada delle vie cittadine, sopra una fune distesa attraverso la strada, suole (almeno soleva) sospendere due pupazzetti: una donna con il fuso e la conocchia e l’uomo con i suoi strumenti di lavoro. La rottura della pignatta, o carnevalone, si suole paganescamente celebrare nella sera della prima domenica di quaresima. Dopo il ballo, a colpi di bastoni vien rotta la pignatta appesa in mezzo alla sala e, dal ben di Dio che dalla pignatta ne vien fuori, s’imbandisce per tutti i presenti la cena che in genere riesce sempre succulenta. Settimana Santa. — In precedenza alla settimana Santa si celebra la processione della •S. Spina che muove dalla chiesa di S. Gaetano.