CATTEDRALE 23 Agli spigoli della facciata si notano le immagini di questi tre re e il Canonico Santeramo in scrittura geroglifica medievale ha letto i nomi dei detti re, nel bestiario cui fanno capo le mensole sotto i cornicioni di settentrione e mezzogiorno. Sono pubblicati nel volume: «Il Simbolismo della Cattedrale di Barletta» (opera assai ricercata ma esaurita). La facciata è ricchissima di ornati. Solo la porta principale fu rifatta verso il secolo XVII per causa di gravi lesioni e i ruderi della primitiva porta sono conservati presso la porticina della sagrestia, (vedi illustrazione n. 9). Una iscrizione posta sopra l'abaco d’ una colonna, nell’ interno della chiesa, ricorda il dóno di 200 ducati che un tale Muscatus, ballettano, elargiva alla chiesa per la costruzione di due colonne in memoria della vittoria di Ascalona, avvenuta nell’agosto del 1153. La soffitta di legno con pitture discrete è opera del 1700, il resto della chiesa fu allargato nel 1307 per opera di Giovanni Pipino cittadino barlettano e Ministro presso la corte di Carlo II d’ Angiò ; continuata a spese del Clero e del popolo sino al 1400. Probabilmente in questa chiesa fu.sepolto Baldovino imperatore di Gerusalemme, morto verso il 1274. Quest’ ultima parte della chiesa è di stile gotigo. Sopra uno dei pilastri di questa ultima costruzione si legge la lunga iscrizione in cui si ricorda la incoronazione di Ferdinando I d’Aragona, avvenuta in questo Tempio il 4 febb. 1459, e donazione di 100 carri di sale da rilevarsi dalle vicine Saline, fatta al Capitolo Cattedrale.