231 MI1XX, SETTEMBRE. 232 ballò allegramente, et el Re anglese in persona, ma non già lo Imperatore. La sera poi, ad hore circa una do note, f'urno ambi li Oratori veneti mandati a levar de casa nomine regio per do cavalieri, et andati a corte, in una sala molto grande al basso nel palagio dove era alozalo la Cesarea Maestà, dove erano preparate mense, tre, due per longo una in testa de la sala, e qui ritrovorono etiam l’orator francese. Ua poi expelato un pezo, discesero li Re e Reine, et fu data la aqua a le mano in questa forma: iavaronsi insieme lo Imperatore, lo Re, la Regina anglese et non altri. Fu portato, per il duca di Soffolch ciignalo dii Re, un gran bazil d’oro coperto, sopra il qual coperto era una corona, et nel mezo di quella corona era una tazza picola, qual prese il duca di Buchin-gam, poi el fradelo del marchese di Brandiburg venuto con lo Imperatore scoperse il bazil et poselo sotto l’altro che era in man dii duca di Suffolch, deinde perii duca predillo di Buchingam presa l’aqua, fu data a bere al duca prefato di Suffolch, et fata la credenza, poi effuse con el bazil suo che havea a la banda el forame over bocca alta de funder l’aqua a le mani de dicli Re, el lavate le mani, cl fradelo dii colile Palatino del Reno, ancor lui venuto con lo lmperator, porse la tovaglia ad sugar le mani. Poi questi Re et Raina si posero a tavola, lo Imperatore in mezo, a sinistris el Re anglese, ambi sopra sedie indorate et molto pompose; a destris sedete la Raina anglese, ma sppra una sedia bassa. Ua poi fo portalo il secondo bazil d’oro, pur coperto ma senza corona, per il figliolo dii conle de Norlumberlan ch’è uno de li primi signori del regno di Anglia, la laza de far credenza ebbe el sopradilo duca di Bu-chingan, la scoperse il marchese de ..... la tovaglia de asugar le mani porse cl duca vechio di Norfolch anglese, Iavaronsi le mani insieme il reverendissimo Cardinal Eboracense, la reina Germana et madama Maria: assenlaronsi a mensa el reverendissimo Cardenal apresso la Reina anglese, a destris ma distante da lei quanto potea capir una sedia ; apresso el Cardenal pur a destris la raina Germana, •' e a sinistris apresso il re de Anglia la raina Maria sua sorela, et questi sci sederono ne la mensa al capo de la sala posta. Poi ne la seconda mensa a destris, primo fu posto lo oralor francese con una dama spagnola nominala signoria dona Maria figlia di uno conte ispano; secondo fu poslo lo oralor veneto Su-riano con la duchessa di Norfolch; seguiva poi il fradelo dii conle Palatino con la figlia dii duca di Buchingam, et poi altri signori successive con dame spagnole et anglese. Da parte sinistra, primo fu posto l’oralor veneto Corner è apresso la Cesarea Maestà con una dama, e poi el duca di Alba con li signori et dame. El convivio fu lautissimo. Circondavan le mense a piedi giovani innamorati, el tra li altri alcuni ispani che facevano lo innamorato tanto bravamente che nihil supra. Uno fu tra li altri nominato conte de Capra che fece lo innamorato tanto di core, che se ne andò iu sincope overo angoscia per la innamorata soa, di maniera che fo portato a piedi et man via, finché si riebbe. Finito il banchetto, che durò da hore quattro, tante vivande vi fu, et levate le mense, si ballò; et la prima danza, pur a la spagnola, fu dii Ducha di Alba, vechio di anni quasi sessanta, ma inamorato ancora, el qual ballò con una sua lavorila ispana, non bella, ma sopramodo gratiala in ogni parte et maniera. Il ballo lu li guanti di Spagna, con certa piva in fine, molto galante. L’abilo di la dama era questo, che saria longo, ma lui ducha portava una barela pi-cola di panno tanè con una cordelina di seda verde che traversava la barela, la quale portava pendente a la banda sinistra a la gebelina. Da poi questo duca baiò lo innamorato conle di Capra; da poi uno allro ispano, conte; quarto ballò el secretano del Re anglese; ultimo baiò il principe di Bisignano molto bello. Tulli questi balorono a la spagnola. Finito il baio era l’alba et dì chiaro, onde tulli se ritornorono, finita la festa, a casa. 11 dì seguente, clic fu il Marti, stete la Cesarea Maeslà e il re de Ingaltera parte il dì in riposo, et parie in Consejo, fin la sera al lardi ad hore circa una di noie, a la quale hora la Maestà Cesa- 149 rea partì da Canturbari, acompagnata dal serenissimo Re e reverendissimo Cardinale, senza li oratori a li qual fu faclo intendere restasseno; ma ben andoe con lutto lo reslo del comitato regio al lume de torzi, non molli ma longissimi di cera, a la u-sanza di Anglia, et partiti di Canluario insieme ca-valcorono miglia cinque, di dove le Sue Maestà si scombiatarono, et la Cesarea Maestà andò verso Santuzi, acompagnata però dal reverendissimo Cardinale, et lo Re anglese se ne vene verso Dobla; quello instesso feceno le Reine scombiatandosi la raina Germana da la anglese. Da poi, il serenissimo Re anglese, insieme con la Raina et compagnia regia, da Dobla si parlino in nave il 27, et navigando mollo tranquillamente al meggio dì gionseno di là dii mare a Cales. Poi li oratori pontificio e Suriano veneto, insieme imbarcali a do dii mese di Zugno, da Dobla si levoruo e per fortuna furono coslreti prendere il porlo di Bologne,de dove