493 MDXX, DICEMBRE. 494 Traili, con 30 altre per eargar formenlo a Manfredonia el Barlela, e parte di le qual tolse la volta di Ponente, il resto non si sa che volta tolesse. Scrive zercha danari per il bisogno di l’armada, ut in litteris. A di ultimo ricevete letere di la Signoria nostra di 30 Octobrio, et è zercha le galie dia mandar a disarmar. A di 29 zonse li do galie, quella di sier Piero Gradenigo et quella di sier Daniel Contarini, state a meler nel dominio di la Signoria di quel loco; la qual galia Conlarina dovea andar in Cipro con letere dii Consejo di X, ma il rezimento dì Candia mandò dite letere, con la nave patron Malio Verga andava a Constantinopoli. Scrive, come el ditto sier Daniel Contarmi, hessendo in piaza a la Cania, vene rumor tra quelli di la terra et galioti di le galle, et volendo lui Sopracoinito separar dillo rumor, li fo trato un saxo, adeo in 4 zorni morite lì a la Cania; sichè saria bon punir questi tali che è causa di tal rumor. Scrive, aver ricevuto lelere dii Consejo di X con la Zonta zercha mandar a disarmar le galle, el però hessendo zonte le do galie Tajapiera et Sanuda le manda a disarmar, et ha posto Vice sopracomito su la galia Contattila sier Francesco Bondimier qu. sier Bernardo, era nobile su dita galia, come voi la parte, e domanda sia continualo. Item, di Caramanliech corsaro nulla se intende. IH sier Zuan Moro capitano di le galie bastarde, date in galla in porto di la Valona, a dì 8 Dexembrio. Come, a dì primo ricevete la li-cenlia di venir a disarmar, et si levò de Corfù per venir con tre altre galie vien a disarmar, Barbai iga, Tajapiera e Sanuda. Unde lì a la Valona intese da uno Isach hebreo, habila de lì, homo reputado da essi turchi e di grande exlimatione, che era venuto uno olacho in zorni 13 da Constantinopoli a far comandamento a tulli quelli è a cavallo al soldo dii Signor debatio star in bordine per eavalchar al secondo comandamento, el questo per esser venuto nova ne la Soria el Gazeli aver preso uno capo di arabi leniva con il Signor turco el aver assà arabi con lui Gazelli; per il che il Signor turco ha deliberato mandar esercito verso Alepo di 30 milia persone. Dice ditto Isach, aver da Constantinopoli, che quelle zelile dii Signor lurco erano a li confini dii Sophì esser stà a le man con li soflani el aveano morto 500 di ditti sofìani, el che si tratava acordo con dillo Sophì el il Signor lurco. Scrive, si provedi di mandar danari in Istria, aziò quelli poveri si possi fornir, perchè li avanza di mexi 4. Dii ditto, date in galìa in porto di Parenzo, a dì 23, hore do di note. Avisa il suo zonzer lì con le tre galle etc. Replicha la nova inlese a la Valona ; poi a dì 11 fo a Bagusi dove quella Signoria mandò do zenlilhomeni in galìa per visitarlo, e li disseno aver lelere dii loro nonfio è a Constantinopoli, di 22 Novembrio, come de lì a la Porta era venuto nova le zente del Sopiti esser stà a le man con quelli dii Signor turco, leniva a li confini, et questo da poi inteso la morte del Signor lurco, et aver dà rola a le zente turchesche, e che col Sophì era il fiol del fratello del Signor lurco morlo, et aver lajà a pezzi assa’ turchi, il resto è fuzili a le marine. Di Sibinico, di sier Alvise Disamano conte eteapitanio, di 10Dezembrio. Come, avendo auto notizia turchi erano per corer su quel territorio, havia fato assà provision e fato intender a li habitanli si reduseseno a le ixole et castelli. Et cussi eri matina corse a le parte del duchà da 500 cavalli di turchi e pedoni, e perchè al dito duellalo quelli di le ville erano reduli al castello, nulla potè far, solum brusò 7 ville, per il che erano reduti a una forteza ditla Basiina, la qual si afilava, quel dazio, a la camera ducati 130 a l’anno. Unde turchi andono a la dita forteza, et vi stete atorno combatendo fin ozi a hora di vesporo che la expugnono, et hanno preso da anime 500 et animali assai erano ivi andati per assecurarsi; i qual turchi haveano assa’ schiopelieri, adeo quelli dentro non poteano venir a le difese; per il che esso Conle fe’ tragilar li stratioti è de lì e li fanti, i quali scaramuzono con essi turchi, ma non polendo resister, tornono. Scrive, ditto dazio non si potrà più afilar, perchè niun resterà più lì per dubito ; poi è slà gran ruina di quel teritorio e quelli citadini è minali che hanno le loro possession, quali vociferano voriano più presto esser in aperta guerra, perchè etiam loro fariauo danno a turchi etc. per il che dicono quelli è segni di aperlissima guerra, e questi pochi stratioti un zorno sarano trapolali, però saria bon mandarne più numero. Item, non ha poi- 299* vere, ha solum mezo baril, pertanto richiede se ne mandi per esser necessario averne. Item, à solum Ire schiopeli de lì. Di Zara, di sier Piero Marzello conte e sier Zuan Nadal Salamon capitanio, di 11 Dezembrio. Come eri zonse de li l’oralor del Signor turco stato a la Signoria nostra. Non volse dismonlar, unde lo visitorono e li fece un presente, e lamentandosi di danni fevano turchi su quella Dalmatia, cosa contro la voluntà dii Gran Signor, pregandolo volesse mandar uno suo al sanzacho di Bossina, che li dariano compagnia, a dirli si astenisse di far tal dan-