10 LA DISFIDA DI BARLETTA forza gagliardamente cacciato dal campo La Motter qual si trovava a piè e restandovi solo e fuggendo per il campo ebbe tante ponte di stocchi e colpi d'accette, che non potendo resistere, gli fu forza rendersi prigione e fu cavato fuori del campo ». « Restando la vittoria di tal impresa a gli Italiani, i quai uno con Hettorre ritrovandosi nel colmo di tanta gloria lieti per spazio di mezz’hora andaro correndo per il campo con giubilo di suono di tante trombe et altri istromenti di guerra, che humana lingua no’l potria esprimere, et così con la medesima letizia s’accinsero al camino verso Barletta gloriosi di una tanta vittoria, et Hettorre ordinò che nel caminare si dovesse procedere in tal modo. Volse che li prigionieri Francesi fussero posti a cavallo e menati da tante persone particolari a piede con la briglia in mano. Dopoi seguiva lui con lo elmetto in testa, et armato tutto, et appresso ad esso seguivano tutti li vincitori similmente armati e con elmetto». Descrive inoltre l’incontro entusiastico dei tredici con Prospero Colonna, col Duca di Termoli, con Diego de Men-dozza e col Gran Capitano in Andria. Quest’ultimo con indicibile allegrezza disse al Fieramosca: « Hettorre hoggi avete vinto li Francesi e noi altri Spagnuoli ». Di fatti era stato riparato all’onore degli Italiani e, agli Spagnuoli, era stata tolta l’occasione di una nuova vittoria. Così tra un concerto indicibile « di trombe, tamburi, artobelli, ed altri bellicosi istrumenti, gridando Italia, Italia; Spagna Spagna » procedendo il Gran Capitano col Fieramosca a destra arrivarono verso notte a Barletta. « Quivi fu fatta