USI E COSTUMI CITTADINI 47 uno degli arti stroncati ed esclama: « Signor Tenente, ecco le mie gambe! andate avanti voi che le avete ancora! Viva l’Italia»! E in così dire spira l’anima sua il 12 ottobre 1916. Usi e costumi cittadini. Le fierè, le cavalcate, le cerimonie religiose, la difesa militare, il governo civile della città, come usi e costumi, in vigore in un tempo più o meno lontano, hanno delle caratteristiche che è interessante rilevare. Le fiere — Erano tre, importantissime e rinomatissime: quella di Ferragosto, o S. Donato ; di S1. Martino e dell’ Annunziata concesse rispettivamente da Federico II (1234), da Carlo II D’Angiò (1302) e da Ferdinando I d’Aragona (1459). Avevano la durata di 8 o quindici giorni e con affluenza straordinaria di forestieri per ragione delle franchigie. Si celebravano nei luoghi designati: Parco del Castello, loco d’Araco, via Cordoneria, discesa S. Salvatore e di fronte alla chiesa di Nazaret extra moenia. Sul mercato affluivano tutte le specie di merci, stoffe, ferramenta, animali, giocattoli, scarpe, aromi, terre cotte, derrate, vini, oli, formaggi, trombette, fischietti ecc. un Piedigrotta in diciottesimo. Tali celebri costumanze si protrassero sino ai tempi nostri, ma abolite le franchigie, con decreto di Giuseppe Buonaparte, 1806, andarono in disuso. Le cavalcate — Anche delle antiche cavalcate non abbiamo più un’idea se togli la ri-