78 ILLUSTRAZIONI quello di Barletta ha una grandiosità maestosa ed un’apparenza formidabile. Esisteva già al tempo di Federico II e la sua struttura centrale quadrangolare con aquile bicipiti sulle finestre e su alcune porte dichiarano l’epoca della dominazione Sveva. Alcuni vogliono che l’abbia ideato Pietro d’Angincourt, ma ciò non può essere per la parte allargata nel 1584, dovuta a maestranza locale. Il Seccia lo attribuisce al Sammichele ; il Marciano, il Tasselli, il De Simone, l’Arditi, il De Giorgi vedono l’influenza dell’ architetto Evangelista Menza da Coperti no; ma con quali prove? Dai registri del 1532 (Archivio di Napoli) risulta che il disegno fu mandato da D. Ferrante de Alanjon, castellano di Brindisi; che Commissario della fabbrica fu nominato D. Sebastiano Chi-gnones sino al 1536, epoca in cui fu castellano Marcello Caracciolo e vice castellano il detto Chi-gnones. Scrivano de ratione (cioè ragioniere) il nob. messer Giacomo Boccuto di Barletta; Giovan Filippo Terracino della Cava ne fu capo mastro. Costui nel capitolato dei lavori di demolizione era tenuto ad abbattere la torre vecchia del castello verso la via di Trani et abater lo torrione vecchio sopra la marina (fascio 192); e ancora secondo il Liber privilegiorum di Barletta : era obbligato a non fare angarie a li fabri et fabbricatori di Barletta. Assodata così la sua messa in opera ecco altre importanti notizie; Le pietre furono prese da otto chiese distrutte della città. La pianta ha un fronte di m. 120 per 130. I bastioni hanno facce di metri 40 e fianchi di m.