X Prefazione Un carattere essenzialissimo però è comune a queste lingue: esse sono infatti tutte agglutinanti, cioè esprimono i rapporti fra cosa e cosa per mezzo di suffissi. I Magiari, ramo dei Firmi, seguendo probabilmente gli Unni attraverso il Caucaso, la Russia meridioiiale e la Rumanìa, vennero, guidati da Arpàd, ad occupare la Pannonia nell’anno 899. La loro conversione al Cristianesimo, cominciata circa il 973, fu completa sotto S. Stefano, re d' Ungheria (997-1038) specialmente per opera di missionari veneziani, i quali sostituirono l'antico alfabeto ungherese (caratteri scitici, che si scrivevano di sotto in su e da destra verso sinistra) coll’alfabeto latino leggermente modificato. II materiale lessicale dei Magiari si modificò straordinariamente nel millennio di loro residenza in Europa, cosicché, secondo il Dankowski, su 4468 vocaboli della lingua ungherese, 1898 sono slavi, 962 magiari puri, 889 greci, 334 latini, 288 tedeschi, 268 italiani, 25 francesi, 4. ebraici. Vi si contano quattro dialetti assai simili fra loro (palóczen, transdanubiano, tibiscano e szeklero). Volendo sottilizzare si posson tuttavia distinguere 11 dialetti. U Ungherese viene ora parlato anzitutto da poco meno dì 8 milioni di Magiari ; inoltre, secondo l’ultimo censimento, quasi un milione e mezzo di altri Ungheresi non Magiari conosce il magiaro.