Ortografia ed ortoepia 3 Le vocali con accento acuto A, é, i, ó, ù si pronunciano un po’ strascicate, quasi ha, èe, li ecc. : tdl— piatto (quasi tàal), kén= zolfo (quasi kèen o kéjn); é> = vecchio (quasi òo) ecc. a senz’accento si pronuncia fra a eà o, come in vari dialetti italiani : fai — muro (pronuncia quasi fol)-, a = il (pronuncia quasi o). c oppure cz (raramente tz) = z aspro: cél o czél o tzél~ mira (pronuncia tsèel). Il più usato dei tre segni è cz. cs o ts è il nostro c schiacciato : csel o tsel = inganno (pronuncia cèl). Più usato cs. e oppure é. Veramente e à suono molto aperto ed é suono chiuso. Ma l’ortografia moderna scrive e in tutt’e due i casi. La e chiusa era anticamente anche scritta è'. gy non è assolutamente uguale al g schiacciato italiano, bensì è qualcosa fra il g dolce ed il gruppo dj. Ricorda così il g siciliano di fìgghiu (figlio), il g valsesiano di vegiu (vecchio), il y greco-moderno di yvvi) (donna). h leggermente aspirato come in tedesco. Solo è muto, se finale: cseh — boemo, e nei nomi di famiglia, dopo altra consonante: Vargha. ty suona quasi come il cs, cioè quasi come il nostro c schiacciato, ma un po’ più dolce, come lo dicono i Valsesiani' nella parola afacc (affatto) o i Greci moderni nella parola uai (e) o come in certe parti della Francia si pronuncia la parola moitié: kutya = cjine (pron. quasi cucio). § 3. Anomalie ortografiche. — q, ph, x non si trovano in ungherese, ma solo in parole straniere : quarcz — quarzo ; Xenophon = Sonofonte.