287 MDXX, OTTOBRE. 288 sarmar, clic zonzerano quelle vien di Cipro, qual etiam manderano a disarmar, perchè se li provedi di danari etc. Di sier Zuan Moro, capitanio di le galie di Fiandra, date in galla, a Palermo, a dì 21 Setembrio. Scrive il suo partir di Antoni), e poi di San Doardo a di 10 Avosto, et per lempo stete tino a dì 15, il dì di la Nostra Dona; quel dì si levò, et a dì 28, zonze lì a Palermo. Ha lochalo Cades, Armeria, et Malicha ; et saria venulo prima ; ma avendo in conserva uno barzoto di Majoricha, el qual navegando se li rupe l’alboro, unde convene esser da le galie remurchiato, et cussi a salvamento l’ha conduto li a Palermo; il qual il bar-zolo et le robe è suso, tien tutte esser salve mediante ditte galie, et cussi quelli di Palermo lo dicono con grande honor di la Signoria nostra. Avisa, a la Fagagnana esser barze 12 spagnole con fanti suso. A I’ Austa dicesi esser una armata nova di Franza, sichè andrà riguardoso etc. Fo leto un capitolo di letereparticular di sier Bertuzi Contarini qu. sier Andrea, scrive di 20 di Palermo. Avisa il loro zonzer lì per esser p.itron di una de dille galie di Fiandra, e come lì a Trapano e Fagagnana è l’armata Ispana, ma mal in ordene. A l’Austa mia 18 di Sardegna l’armata di Franza di vele 20 ; et a Cao Passero 4 galie e 3 l'uste di turchi. Di Boma, dii Gradenigo orator nostro, di 2. Come parlò al reverendissimo Sanliquatro, zerca la cossa di Coriziola ; qual li disse soa signoria era stato con domino Ignatio, e li doveva venir a parlar per veder di prender qualche sesto insieme. Et poi domino Ignatio li vene a casa a parlar, et parlando dovesse far revochar li brevi, et si lasase far justitia, 180 disse non li pareva onesto fusse judicata da quelli sono judici e parie, tratandosi maxime dii loro interesse. Lui li respose a Venezia si fa justitia, et fu fato in favor di judei per una senlenlia di ducati 12 milia et conira la Signoria. Or era con lui uno frate Morganle, qual disse altamente che si dovea far ju-dicar questa cossa da judici ecclesiastici e non da laici, perchè si sapeva la Signoria volea dar queste possession a la francatimi dii Monte Nuovo; al che lui Oralor li disse parlava mal e tristamente, e che a Venetia si feva justitia. F, lui disse, a San Nicolò di Lio fo tolto certi lereni etc. con altre parole, ut in Utteris. Or dilto Orator andò dal Papa, e parlandoli di queslo, Soa Beatitudine zà era slà informata da domino Ignatio, e li'disse tutto quello li havia dillo esso domino Ignatio, e con queste possession si vo- leva franchar Monle Nuovo. E l’Oralor disse a Soa Beatitudine la gran justitia si feva a Venetia contra infideles non che contra frati, e a li Piovegi erano descritti tulli li confini di Laguna di Venetia, ch’è la forleza di questa cità, pregando Soa Santità volesse revocar li brevi. Rispose voleva consejar la cossa. Scrive, lui Oralor nostro, domino Ignalio è fiorentino, fradelo di chi ha la signatura, et poi assai. Qual li disse, parlando con lui, sapeva la Signoria li havia scrito solo una volta di questa cossa, e lui sempre si la loleva cussi calda; sichè i sanno il lutlo, però è bon la Signoria scrivi caldamente di questo etc. Dii dito, di G. Come eri fo concistoro, et ozi signatura. Il Papa va prolungando la publication dii cardenal episcopo di ... . fato a requisition dii re Cristianissimo, et li oratori francesi lo solicilano; et essendo Soa Beatitudine al andar in Caslel San Angelo, monsignor di la Moreta et monsignor di Pin inslono volesse publicarlo, salvo farli uno breve che a questo Nadal proximo se intendesse pronunciato. Soa Santità disse: « Faremo »; e con queste parole non se risolve. Di che molto monsignor di la Morela si duol, et voi partir, e aspeta questa resolution ; et etiam per la legation di Franza nel reverendissimo Boysi, qual ha certa diferentia, inlervenendo la legation di Avignon qual ha il Cardinal Aus in Franza. Scrive, è zonli lì a Roma fanti 1000 spagnoli stati su l’armada in Barbaria, i quali nel venir hanno fato assa’ danni per camino, e fanno tuttavia. E l’orator dii re Catholico dice volerli dar danari, ma pur non li danno; si dice aspelarsi altri 1000 fanti. Don Zuan Emanuel oralor di la Cesarea e Cato-lica Maestà li ha mandalo a dir come è stà messe le poste a Trento, et voria si metesse una in veronese, pregandolo scriva a quelli rectori la lassino meler. Li rispose non saria obedito; ma ben scriverla a la Signoria, la qual faria quello li pareria. Poi diio Zuan Hemanuel per il suo secretano li ha mandato a dir come per il caslelan nostro di la Chiusa era stà preso uno veniva con lelere ; sichè par sia rola la guerra. Scrive haver parlato al reverendissimo episcopo di Parenzo, zercha indusiar di la lite fa in Rota. Li ha promesso indusiar per lutto il mese. Scrive, zercha la cossa di Alvise di Porto visenlin parlerà al Papa. Di la maleria di piovani di le Contrade, il Papa non si risolve. Tien lo episcopo di Torzelo liabi saputo el scrito lì a Roma, aziò non si otegni. A dì 19 le galie nostre di Fiandra di ritorno zon-seno a Palermo etc. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretano,