355 MDXX, NOVEMBRE. 356 usano violentia, cl die il conle.....trata seere- lamenle e lia manizo con Hurgos di esser acelado a nome dii Re, acelando la comission et governo li manda questa Maestà; et etiam si dice ha aulo fetore di l’Armirante, come partiva e andava verso Chasliglia per trutar con dito Conlestabele; qual però non ha voluto acetar il cargo, e voi etiam persuader ditto Contestabile non lo acepti, et ha scrito al Re che ’l vengi de li, aliter dubita quelle cosse anderà mal per Sua Maestà, et bisngna tratar quei populi altramente di quello ha fato, si ’l non voi restar con danno et vergogna. Di Franza, di V Orator nostro da Bìes, a dì 21. Come, a di J1 scrisse da Paris, a dì 14 partì et zonse a Bles, dove trovò il magnifico Rubertet, qual li disse la Cristianissima Maestà saria de lì per il di de Ogni Santi; et che monsignor Memoransi era satisfato dii re d’Ingallera come scrivea, perché quella Maeslà havia dito voler esser con la Cristianissima Maestà bon fradelo et conira lutti. Poi disse la incoronalion dii re di Romani si farà in Aquis-grana, et che il Re havia interlenuto il mandar di l’orator a quella Majeslà, aziò non se trovasse a tal cerimonie. Scrive, ozi è zonlo qui monsignor il Gran maistro, vien di Tors, dove é stalo per ajutar il fìol di Semblas ad aver quel episcopato e l’ha auto. Lui Orator li andò contra; col qual parloe e li disse quanto Rubertet li havia ditto di Anglia, e di la pronteza di quel Re a beneficio di la Cristianissima Maeslà. Questo Gran maestro è indisposto alquanto, et voi andar in soa Provenza. Scrive, ha inteso Luni il Re sarà lì e a le solite caze con pochi, e per lochi che li oratori non lo poi seguir. Lo serenissime Regina et madre vien per aqua, e la corte zonzeno per zornata, nè altro è di poter avisar in quella parte. Di Roma, di VOrator nostro, di 3. Come ricevete nostre di 8 zercha il breve mandato per quel Bernardin e Antonio Bologna, pregando il Papa voy revocharlo e lassi si fazi justitia. Eri fo dal Papa ; li expose la continenlia di la letera e la fece lezer. Soa Santità si dolse, dicendo, queste cosse non ge piase, ma vanno.per l’ordinario, andate da Santi Quattro da parie nostra a dirli provedi che saremo ben contento, dicendo, spesso havemo di queste cosse e brevi di richiamo. Poi l’Orator li domandò se monsignor di San Marzeo li havia dillo allro di quello scrisse. Rispose di no. Ozi è slà fato P ofì- * ciò per li cardinali defunti justa il consueto, però non ha potalo parlar a Salili Qualro: doman li parlerà. Scrive, eri essendo a messa in capela, era don Zuan Hemanuel orator ispano, et essendo in ca- mera di «paramenti, portò la coda al .Papa l'orator dii ducha di Savoja, e andati in capela, lui Orator nostro andò a sentar drio l’oralor ispano predilo, et venuto quel di Savoja, disse a lui Orator nostro si levasse, e che li havia tolto il suo locho. Et lui non volse, dicendo è suo. Et cussi in queste alter-calion, fo chiamato il maestro di le cerimonie, il qual venuto li parlò al Papa e poi chiamò l’orator di Savoja e lo menò a sentar a lai il senator; sichè sl.cte la messa e il vospero in piedi, perchè non era locho di sentar; e finito la messa, acompagnato il Papa, ditto oralor di Savoja li disse che lui orator havia fato mal a non averli dà il suo loco, e li rispose havia torto perchè sempre li oratori di la illustrissima Signoria havia precedesto, e se il suo Duca fusse qui, lo consenleria. E con questo tasele. Scrive, diio don Zuan Hemanuel li ha dito esser stà preso da le nostre galie alcune fuste di Barbarossa è in Barbaria, e il capitano ditto el Baba et uno Gol cuxin di ditto Barbarossa, pregandolo scrivesse a la Signoria volesse donarli questi tali, perchè vojando il suo Be tuor Algior dove è il ditto Barbarossa, li tornerà molto a proposito averli ne le mano, e il Be farà a l’incontro mazor cossa per la Signoria nostra. Lui Orator rispose aviserà etc. Item, il Papa in concistorio ha dato il vescoado di Catania al reverendissimo Cardinal Sedunense svizerò, vai ducati 2000. Scrive, aver otenuto dal Papa le letere al governador di Romagna, li nostri hanno possession de lì pagino di le mirale il consueto et non più ; però la Signoria li dagi dilli brevi a sier Hironimo Tajapiera dotor e altri, i quali li hanno scrito cussi. Il Papa eri partì per tornar a la caza solila. Andò in ordine come andò l’altra fiata; e starà tulio questo mese fuora. Si scusa si non scriverà cussi spesso; manda lelere dii secretano di Napoli. Di Milan, di Alvise Marin secretano, di ìli timo. Come, de lì è a viso di Zenoa, di Gasparo Plazelas, come l’armata dii re Cristianissimo havia preso Modon di man di lurchi, unde lui Secretano andò da lo illustrissimo Lulrech, per domandarli se era vero. Rispose non saper nulla, e si ’l fusse, il governador di Zenoa li havia scrito: dicendo, si dice che ’l capitano di dita armata ha uno suo fradelo renegato in Modon e con questa intelligen- 218 tia l’ha ’uto. Scrivo solicita domino Brando Porro a venir a lezer a Padoa; dice per lui non mancha. Di Napoli, dii Secretario, di 27. Come de lì se inlese, per via di Bagusi, la morie dii Signor turco da peste a dì 15 Septembre; la qual morte