130 Grammatica magiara dell’oggetto posseduto. Però onnek — a V.S. è ommesso solo quando si capisca dalla frase, che le finali possessive -ja, -je, -a, -e si riferiscono alla persona cui si parla con rispetto (Vossignoria) e non al semplice «lui»: Es.': nekùnk van hàzunk — a-noi è casa-nostra; oppure: hàzunk van — casa-nostra è; significano: noi abbiamo una casa; van botjaf oppure: van onnek botja? — ^ (a-Lei) bastone-suo? = à Lei un bastone? Nota 2a. — Quando c’è un aggettivo unito ad un sostantivo con suffisso personale, il verbo van può esser tralasciato, ma allora, tra l’aggettivo ed il sostantivo, si mette l’articolo a o az. Es. : annak sok a dolga = a-questo molto il lavoro-suo (sottinteso van) = egli à molto da fare. 2° Quando la proposizione italiana porta l’oggetto preceduto dall’articolo determinato (io ò il cappello), allora la proposizione prende in ungherese questa forma: «il tale oggetto (cui, se del caso, s’aggiunge mio, tuo, suq, ecc.) è presso me, te, lui, ecc. » (*). Questa dicitura non si usa naturalmente, che parlando d’oggetti mobili. Es. : a ledny rajza nàlam van = il fanciulla disegno-suo presso-me è = io ò il disegno della fanciulla; ndlad vannak kòpenyeim — presso-te sono man-telli-miei = tu ài i miei mantelli ; kinél van az (') Vedasi la posposizione -nal, -nel al § 127. F : nàlam — presso me, nàilad — presso te, ecc.