Per perfezionarsi maggiormente nel-l’arte della pittura il Tominz si spinse fino a Napoli, facendo poi ritorno a Roma, dove, nel 1817, condusse all’altare Maria Ricci di famiglia cardinalizia. Quivi venne alla luce, nel 1818, suo figlio Augusto, che doveva seguire, se anche con minor perizia, le orme del padre. Nel 1820 troviamo il pittore stabilito definitivamente nei nostri luoghi, ove eseguisce il dipinto delle tre signorine Fròhlich, che apre la lunga serie dei suoi magnifici ritratti. Lunetta sopra la porta della bottega di Giovanni Tominz !" co(^est' ann‘ pittore trascor- reva il suo tempo tra Gorizia e Ura-discutta. La casa di Gradiscutta, appartenente alla famiglia Tominz, era la più grande e quella d’aspetto più signorile del villaggio. Sembrava un palazzo veneziano di campagna. Uno scalone esterno di pietra metteva al primo piano, dove trovavasi un’ ampia sala col soffitto affrescato da Giuseppe Bernardino Bison. Alle pareti, dopo il ritorno del pittore da Roma, pendevano le sue migliori opere, tra cui il dipinto che lo rappresenta in costume romano del principio dell’ Ottocento, assieme a suo fratello Francesco, ora esposto nel Museo della Redenzione. Attigua a codesta sala v’ era una minore, che serviva per studio del pittore. Nel 1827 gli moriva a Gorizia la consorte. Qualche anno appresso, forse nel 1828 o 1829, egli si trasferiva a Trieste, ove apriva lo studio nella casa Allodi, soprannominata delle Bisse, in Via San Sebastiano. Il Tominz svolse in quella città una brillante attività artistica. Ai primi anni della sua permanenza colà risalgono i ritratti, ora nel Museo Re-voltella, del pittore Bison, dei Holzknecht-de Brucker, mentre quello di Giuseppe Gatteri si può ascrivere a qualche anno più tardi. Nello stesso Museo figura anche il euo autoritratto su tavola, che dovrebbe risalire al 1835, proveniente da Gradiscutta. Nel 1848 troviamo il pittore novamente a Gorizia; quivi dipinge un ritratto per il comando della Guardia Nazionale. Due anni appresso egli prende una seconda volta Giuseppe Tominz - Autoritratto e quello del fratello Francesco 191