nicarsi il risultato delle indagini che esso Inclito Presidio sta praticando per la scoperta dell’autore e del promulgatore di sì insultante scritto. Si compiacerà esso Inclito Presidio Magistratuale d’informarsi a suo tempo sull’andamento delle disposizioni prese in seguito al presente mio invito. Gorizia li 2 Settembre 1861. L. I. R. Consigliere di Luogotenenza Giovanni Bosizio Tuttavia, nonostante le più febbrili ricerche dei poliziotti austriaci, l’autore, che altri non era se non il caustico e fervente patriotta Romeo Mengotti, non venne scoperto. * Tra le fiere goriziane, che nei passati secoli attiravano in città un pubblico diverso dal solito, va annoverata quella di San Bartolomeo, di cui la cronaca del Settecento poteva registrare quanto segue : «25 agosto 1774. Il concorso del li forestieri nell’occasione di questa fiera di San Bartolomeo è più che ordinario ; ed il spettacolo d’un’ infinita affluenza di popolo rende questa giornata brillantissima ». Non era certamente questa la fiera più adattata per 1' acquisto del frumento e del granturco, che si vendevano sulla Piazza Maggiore, quasi davanti il Palazzo dei conti Torriani, oggi del Governo, e dal cui prezzo dipendeva la qualità ed il peso dei filoni (strhssis) ch’era nel 1776 per quelli di «fior di farina a buratto» del peso di lotti cinquant’uno e un quarto, di soldi otto, e per quelli di «sorgoturco», da lotti settantacinque e un quarto, di soldi quattro. Alla Fiera di San Bartolomeo, che una volta durava quindici giorni, la gente affluiva per il caratteristico mercato degli uccelli (marciai dai usei), che anticamente tenevasi nella Corte Caraveggia e che ora si svolge invece sotto il loggiato del fu Convento dei P.P. Minori in Piazza Sant’Antonio. Il negoziante di commestibili Francesco Genuizzi che, verso la metà dell’ altro secolo, teneva la bottega sotto i Volti di Piazza del Duomo, aveva avuto la pazienza di contare per curiosità, il numero dei chiodi battuti nelle pareti dei fabbricati, che circondano la Corte Caraveggia e, dove, come accennammo, si esponevano per il passato in vendita le gabbie con gli uccelli. Ne aveva contati oltre cinquecento ! Si noti poi che non tutte le gabbie venivano appese, perchè una buona parte veniva poggiata per terra su dei banchetti. Si può da ciò facilmente immaginare la quantità degli uccelli, che venivano portati al mercato in quel giorno. * Non mancavano alla fiera i passeri con le ali dipinte, in verde, in bianco e rosso, con un cappuccetto sul capo, del droghiere Bregant che aveva la drogheria in Piazza del Duomo. Questi attiravano la curiosità di tutti i goriziani ed i ragazzi facevano a pugni per poterli ammirare. L’allusione politica coi fatidici tre colori era indovinatissima ! Una fiera in Piazza Grande al principio dell’ Ottocento Da un acquerello di Giuseppe Pollencig 162