621 MDXXI, FEBBRAIO. 622 adatar certe differentie tra quelli principi. Scrive, 372* come maistro Cliaro andò dal re Cristianissimo, ultra li presenti portò al Dolfìn, fo per disuader quella Maestà a non andar in Italia, perchè potria esser causa questa andata di far etiam venir la Cesarea Maeslà e principio di qualche guerra. Di Hongaria, di sier Lorenzo Orio dotor, orator nostro, date a Buda, 21 Zener. Come erano zonti li 3 oratori di questa Maestà, con la con-clusion di le noze, videlicet de la sorela di questa Maestà madama Maria in questo serenissimo Re, e la sorela di questo Re madama Anna in el fradelo di quesla Maestà don Ferando, al qual la Cesarea Maestà li ha dà il stalo di l’Auslria, Stiria, Carin-thia e Carniuola, sichè sarà gran personagio eie. Farà la residentia a Vienna ne l’Austria, cl li dà li 200 milia ducali lassò il qu. imperator Maximiliano suo avo a dilta Anna per la sua dote, a la qual li assegnano casteli, quali siano fondi dotali, et harà d’intrada a l’anno ducali 25 mila. Ditti oratori si laudano assai di domino Francesco Corner el cavalier oralor noslro apresso ditta Maestà, che li ha fato ogni dimostrazion di henivolentia, el fa honor a la Signoria nostra. Scrive, come è venuti oratori di quella Maestà, vanno al re di Polonia per pacificarlo col Gran maestro di Prussia, al qual ditto Re Polono ha dato una grandissima rota; et non volendo far paxe, par il Eletori e la Germania lo vogliono ajutar esso Gran maislro. Scrive, la dieta si dovea far è stà prolongata a queslo San Zorzi per la indisposilion dii reverendissimo cardenal Slrigo-niense. Avisa esser venuto nove, come turchi in Ca-rinlia hanno fato gran prede e danni et maxime a li casteli dii conte Piero nepote de ditto reverendissimo Slrigoniense ; et etiam ditti turchi aver fato gran danni sul territorio di Sebenieo terra di la Signoria nostra : et come erano atorno Glissa ; et questo orator turchesco, è ancora qui, slà in una caxa assa’ bassa con custodia, nè poi ussir di caxa. jDi Milan, di Alvise Marin secretano, di 29. Come lo illustrissimo Lutrech li ha ditto, el Re esser varilo, e haver de dì 21 da la corte letere. Monsignor di San Marzeo è stalo in streli coloqui con ditlo Lutrech adeo non se li è potuto parlar, et è partilo, va per le poste in Franza dal Re. Di fanti spagnoli non se intende altro, et monsignor di Lutrech dice haver lelere dii suo agente apresso sguizari, di 21, come el Papa non ha aulo ancora resolulion di haver li 6000 sguizari rechie-sli etc. Dii dito, di ultimo. Come ha ricevuto li su- mari di Levante el Germania, li ha comunica a Lutrech, ringratia la Signoria. Scrive, che domino ... nontio dii marchese di Mantoa, ha monstrato a Lutrech una lelera dii suo Marchese, come domino Zuan Hemanuel orator di la Cesarea Maestà à scrilo al Marchese non si poi conzar con alcun, essendo subdito de l’Imperio, senza licenlia di quella Maestà, però non poi acetar esser capitano di la Chiesa. El qual Marchese li ha risposto, se ben è dipendente 373 di l’imperio, per questo mai li soi antecessori, havendo voluto condola di alcuno ha domandalo licenlia a l’Imperador, nè etiam li par di domandarla. Scrive, domino Zuan dei Fin, nonlio dii duca di Ferara, ha monslralo a lo illustrissimo Lulrech come ha aviso di Napoli, il suo Duca, fresco, li fanli spagnoli se ingrossano e vanno verso il Tronto. Tamen esso Lulrech li ha domandalo quando zon-zerà li falconi, quali si desidera summamenle. El conte Nicolò di Gambara, vien di Franza, è zonto qui a Milan, e, come li ha dito il conte Brunoro di Serego, si è partito mal salisfalo di quella Maeslà. Il qual conle Brunoro è venuto per le noze dii conte Alberto suo fradelo in la fìa di .... con dola di L... de imperiali, ch’è ducali 4000. Scrive, manda letere di Franza, et quelle di Franza l’ha inviale a la corte. Fo leto uno aviso di letere di Eoma, di 2, senza dir chi ne scrive, nè a chi vien scrito, zerca questi fanti spagnoli vien, e come el Papa atende a trovar danari. Fo publicà alcuni cavati per Colegio sora l’estimo di Padoa, in loco di quelli erano, ut patet; et chiamati a la Signoria, le deno sacramento. Li quali fono li infrascripti : Sier Piero Sagredo qu. sier Alvise di Pregadi. Sier Nicolò Trivixan qu. sier Gabriel, fo Cao di X. Sier Lorenzo Capelo qu. sier Michiel, fo capitano a Brexa. Sier Francesco Falier qu. sier Hironimo, fo provedador al Sai. Sier Fantin Valaresso qu. sier Batista, è di Pregadi. Sier Nicolò Mozenigo qu. sier Francesco, è di Pregaci'- Sier Polo di Prioli qu. sier Domenego, fo Cao di X. Fo leto una letera di sier Julio Marin podestà di Marostega, di 3, come havendo falò Fin- ’ Irada in quel loco e volendo il suo cavalier far il suo officio, che biave non vadi in Alemagna, trovò uno contrabandier che portava certa biava, et volendo