Piazza Sant’Antonio nella seconda metà dell’Ottocento - Incisione da un disegno di G. Lazzar Un periodico popolare goriziano dell’ altro secolo osservava argutamente : « Fra il pitoccare dei primi giorni dell’anno si vedean andar augurare lunga vita (!!!) anche i pizzi-gamorti ». A mezzogiorno, l’ora di chiusura delle botteghe, cessava quella processione di auguratori. 1 negozianti in concambio dei biglietti di augurio ricevuti, erano stati alleggeriti di un bel gruzzolo di fiorini d’argento. * Nell’ampio salone, dalle pareti adorne di grandi specchiere dorate, della locanda alla Corona d’Ungheria in Via del Giardino (poi Corso Verdi), veniva aperto in quel giorno il corso di danze moderne tenuto dal vecchio maestro di ballo Francesco Marega, che sbarcava il lunario con uno studio fotografico in Piazza Grande (ora della Vittoria). Caro primo nostro maestro di ballo, mentre ripensiamo al passato ce lo vediamo davanti nella vecchia inseparabile marsina scolorita dal nero in verde, vero martire della sua professione. Quanta bontà e quanta pazienza con gli allievi racimolati tra i garzoni di bottega, gli studenti del Ginnasio e della Scuola reale (Istituto tecnico), tra le briose allieve dell’istituto magistrale e le spiritose sartine (sartorèlis), e quanta più pazienza ancora con il testardo sonatore di pianoforte, che non intendeva di accentuare il ritmo per i ballerini principianti di valzer, di mazurca e di polca. La lezione terminava con la quadriglia, immane fatica del buon Marega, che forse dalla buona riuscita si riprometteva il paradiso, tale era il calore con cui s’investiva sino dalle prime battute dell’aria del «Toreador» della «Carmen» di Bizet, che accompagnava solitamente quel ballo figurato. Il paziente istruttore veniva chiamato anche da vecchio a dirigere i balli di società durante il Carnevale. Tutti lo vedevano volentieri, e in quelle sale sfavillanti di luci e di sontuose toelette egli portava una nota gaia e simpatica, 1’ eco vivente della vecchia Gorizia festaiola ... * Al Caffè Imperiale (già Caffè Commercio ed ora Adriatico), la Clapa di Sior Giovanni, giuliva brigata d’amici alla quale appartenevano nostro padre, il dentista Sticsa, 2