Per la venuta dell’ imperatore Leopoldo I a Gorizia, il diciassette settembre 1660, vennero poste in pieno assetto le milizie urbane e si allestirono due compagnie a cavallo composte della più scelta gioventù della provincia. Nella pianura che si stende fra il bosco Pànavis e Salcano erano schierate da una parte la milizia urbana e dall’ altra la cavalleria. Tutti gli armati vestivano dei casac-chini rossi e all’arrivo dell’imperatore scaricarono per tre volte le armi. Alla prima porta della città, situata all’imboccatura della Contrada Nobile con la Piazza del Corno, era schierato il corpo dei cittadini in armi che faceva spalliera ; dietro v’ era la marea di popolo accorso dai luoghi circonvicini. Quivi il capo del magistrato dei cittadini, Francesco Pollini, accompagnato dai suoi assessori, dava, con un discorso in italiano, il benvenuto all’imperatore prima del suo ingresso in città. E’ nota l’impressione che fece la città, per il suo carattere prettamente italiano, su l’imperatore, il quale in una lettera di quei giorni indirizzata da Gorizia a Giuseppe di Rabatta, così ne scriveva: «Il paese, il clima, il non sentir favellar altra lingua che l’italiana, mi fanno scrivere anche nella medesima». * L'ultimo soccorso prestato dalle nostre milizie urbane alle province confederate fu nell’anno 1663. Le truppe stabili e regolate introdotte col cangiamento del sistema generale di difesa della monarchia, fecero sostituire all’obbligo della fornitura di armati le contribuzioni in danaro. Alcune navi francesi, comparse nell’Alto Adriatico al tempo della guerra per la successione spagnola, diedero motivo di far uscire parte delle nostre milizie urbane per andar a difendere il porto di Trieste sul quale era stata già piazzata tutta l’artiglieria del castello di Gorizia. Data la vicinanza del pericolo, e considerato che malgrado tutti i preparativi di difesa i francesi erano riusciti nell’agosto di quell’anno a distruggere più di trenta case a Trieste, il governo goriziano rivolse le più vive istanze alla corte per riavere la sua milizia e la sua artiglieria, impiegate alla difesa altrui. La nuova comparsa dei francesi nell'Adriatico, nell’anno 1703, riempì di spavento gli abitanti della contea anche in vista della brutta prospettiva che le milizie urbane si trovavano senza armi suffìcenti. Una voce giunta sino ai governanti di Vienna, che i francesi avevano raggiunto Tolmino, ciò che invece non era vero, fece mandare da Lubiana artiglieria e milizia regolata in rinforzo delle milizie urbane goriziane. * Delle milizie urbane troviamo menzione per la visita fatta alla città dall’ imperatore Carlo VI, il due settembre 1728. «Veramente questa Città» - sono le testuali parole del Dall’Agata - «con piccole forze non ha mancato di mostrar un grande animo. Ha scielto cento, e cinquanta cittadini per la guardia dell’Augustissimo Monarca, e fatti instruire a spese del Pubblico Civico molte settimane negl’esercizi] militari, nel che si non dati a veder così pronti, e docili, che ben hanno mostrato di conoscere a qual’ onore erano prescielti, onde l’ultima mostra è riuscita con tutta esattezza. Divisa del Corpo della Civica dal 1784 al 1802 Da un acquerello di V. Cristofoletti 137