Se tìares di mandami, Uares doli un pisinin, Uares fai li barghesutis Cun tun bras di regadin. (Se dovessi maritarmi vorrei prendere un piccolino, vorrei fargli i calzoncini con un braccio di rigatino). Col calar delle ombre la scelta delle villotte cadeva su quelle patetico-sentimentali, per molti, anzi per molte, le parole corrispondevano all’ eco del loro cuore... Toni, Toni chel biel Toni, No ti ves * jo mai viodut ! Ves tignuda conservada La me fior di zoventut ! (Tonio, Tonio, mio bel Tonio, non t’avessi mai veduto! Avrei conservato il fiore della mia gioventù!). Verso sera l’ostessa veniva ad accendere, cogli zolfanelli (fulminàns dal Lebherz su la Strada di Merin) dalla capocchia inargentata, la lampada a petrolio che pendeva dal soffitto, e, salutato l’apparire della luce da un : Sei lodat Gezìi Crisi ! (Sia lodato Gesù Cristo !), il canto ripigliava con un crescendo meno castigato : Se l'è vedo al tabàca, Se l’è zovin al va su, Al Va su ta luminaria E no 7 dis di torna ju ! (Se è vecchio tabacca, se è giovane sale, va su nell’abbaino e non dice di tornar giù!). A notte la giardiniera del fiaccheraio Paulin di Borgo San Rocco, tirata da due robusti cavalli muniti di bubboliera, riconduceva le giulive brigate novamente in città. Così terminava la scorpacciata (frajada) per la Sagra di San Valentino. * La domenica, tra le diciotto e le venti, v’ era in Piazza Grande e nelle vie adiacenti un’animazione insolita. Erano le maschere, che portavano un’ ondata di allegria con le loro facezie e una chiazza di colore pazzesco, ravvivata dalla luce Auer dei fanali a gas (molte vie erano ancora rischiarate a petrolio), con i domino, i bebé, i pagliacci e i pierrotti di tutti i colori. Le contadinelle romane, le odalische e gli zuavi si rincorrevano urtando la gente, motteggiando 1 passanti, facendo un baccano infernale sonando delle trombette di cartapesta. Un Arlecchino spiritoso, forse allievo del Ginnasio superiore, recitava in latino maccheronico dei versi d’ occasione, dedicati alle belle sartine, che passeggiavano davanti al Caffè Europa, facendo ridere a crepapelle tutti coloro che gli prestavano orecchio. Una comitiva di sonatori di mandolino e di chitarra, Ceramica goriziana settecentesca - Insalatiera vestiti da marinai, girava per le vie e per le piazze facendo ogni qual tanto un’ improvvisa irruzione nelle caffetterie, sonando nostalgiche barcarole, sopravvissute per oltre un secolo sulla bocca del popolo : La biondina in gondoleta L’altra sera go mena, Dal piasser la povareta La s’à in bota indormenzà. 16