Lasciamo al sarcasmo di alcuni prezzolati giornali austriaci il sogghigno del disprezzo, eh essi sentono di non poter sostenere, organi come sono di mostruoso despotismo ; mentre voi, giovani, siete l’anima di una gloriosa nazione che si rigenera e che sente nelle sue fibre ritemprate di poter lottare con vantaggio contro schiavi millantatori. Fattevi forti, Giovani, esercitatevi nelle armi, giacche per una fatalità che pesa ancora sull’ umana famiglia, è inutile di sperar giustizia, senonchè dall’ anima d’ una carabina. Alla generazione vostra certo appartiene il compimento della nazionalità italiana, da voi sarà eseguito degnamente. Noi saremo con voi col cuore anche dopo l’ultimo sospiro ! Con gratitudine, per la vita vostro G. Garibaldi Cesare Michieli dei Mille - Da un pastello di Enrico Bombig ^ 1 •] TV/I* lessata la guerra il Mi-chieli ritornò a Campolongo, dove trascorse il resto della sua gloriosa esistenza. Unì le sue sorti con quelle di Emilia Marizza, figlia d' un ricco negoziante goriziano. Morì a Cervignano il diciannove ottobre 1889. Le sue spoglie vennero deposte a Gorizia nella tomba di famiglia, situata sotto una delle ultime arcate di sinistra nel cimitero di Grassigna. I suoi funerali diedero motivo a delle vivaci dimostrazioni irredentistiche, fatte in barba^ a tutte le disposizioni prese dall’ imperialregia polizia austriaca per impedirle. E pervenuto, per rara fortuna, sino a noi e viene gelosamente conservato il manoscritto con l'elogio funebre fatto davanti il suo feretro, il giorno ventun ottobre 1889, da Carlo Seppenhofer suo compagno di fede. Ecco il necrologio : «Oggi per la morte di Cesare Michieli la storica bandiera dei Mille si cuopre di una nuova gramaglia. Un’altro valoroso della gloriosa schiera, di quella schiera, che guidata da Giuseppe Garibaldi vinse un esercito agguerrito di centomila soldati e conquistò un regno, non è più. Siamo fieri ed orgogliosi di ricevere questo prezioso deposito nel cimitero della nostra Gorizia. La tomba di Cesare Michieli sarà sacra per noi. Essa ci ricorderà le virtù sue cittadine, quelle domestiche e come egli seppe morire per la patria. Cesare Michieli prode, glorioso soldato dei Mille, riposa in pace ». La polizia finse di non comprendere l'alto significato di queste parole, e una volta tanto, non perseguitò chi le aveva dette e coloro che le avevano ascoltate. 188