Panorama di Gorizia visto dal Ronco delia Castagnavizza - Cromolitografia da un acquerello di Alb. Rieser di guardia, poco lungi dal ritratto marmoreo di Leonardo, ultimo conte di Gorizia, ai Gesuiti, in Piazzutta, a San Giovanni, a Sant’Antonio Nuovo e sino alla Castagna vizza, dove il Sepolcro era circonfuso in una vaga esposizione di piante fiorite disposte con bellissimo effetto prospettico e di una lunga teoria di lumicini colorati. Il Venerdì Santo, per antica consuetudine venivano invitati a pranzo (a gusta), dai Francescani della Castagnavizza, alcuni cittadini ragguardevoli tra 1 quali il protofìsico Bramo, il farmacista Kiirner, fornitore del convento, e nostro fratello Giovanni. Della squisitezza del baccalà, mangiato dai Frati, e dall’incessante susseguirsi delle pietanze, si contavano maraviglie in città. Finita la colazione gl’invitati andavano a sdraiarsi sull’erba morbida del Ronco dei Frati, sui Rafutti, per godersi l’incantevole paesaggio e forse di più ancora per favorire la digestione... * 11 Sabato Santo venivano benedetti il fuoco, il cero pasquale e l’acqua lustrale. Davanti la porta principale della Metropolitana venivano abbruciati gli arredi resisi inservibili durante Tannata. Le donne andavano a raccogliere le ceneri per gettarle sul focolare, onde tenere lontano dalla casa il pericolo degl’ incendi. Al «Gloria», quando aveva luogo lo scioglimento delle campane, tutti, e giovani e vecchi, correvano a lavarsi il viso, chè tale lavata, seconda la credenza popolare, aveva la virtù di mondare 1 anima dai peccati. Le madri mettevano i pargoletti, che non potevano reggersi ancora sulle gambe, dietro la porta, e, stando inginocchiate lavavano loro il visetto, pregando il Nazareno risorto di concedere la grazia per farli presto camminare. Nei sobborghi della città tuonavano ì mortaletti e, i più vecchi ricordavano Ceu, che per il passato faceva scoppiare i mortaletti sulle mura del Borgo Castello ed aveva avute perciò asportate alcune dita della mano. Nel pomeriggio venivano fatte le processioni del «Resurrexit» accompagnate dalla banda, che sonava allegre marce e talvolta anche qualche vecchio ballabile goriziano. La prima era quella del Duomo, che usciva verso le sedici e mezzo. A questa seguiva quella dei Gesuiti (dai Gezhis). Terza, verso il calar della sera, era quella di Piazzutta, che sfilava al chiaror delle candele disposte sulle finestre delle case. Brillava per la straordinaria illuminazione la torre della casa del fabbricante di candele di La Chiesa della Castagnavizza nel Seicento cera Giovanni Bader, che sembrava il maschio 59