DAGHERROTIPI DI GIUGNO La città floreale - Esportazione frutticola - La Festa dello Statuto - Per la morte di Giuseppe Garibaldi - Primordi dell’ industria serica - Artigianato fiorente - Il commercio della gaietta - Sant’Antonio - Prima Comunione - Tombola di beneficenza - I gabinetti delle maraviglie - Tersicore popolana - Il pievano e i balli moderni - Le sagre da ballo - In Castello - Le Armonie musicali - Canzoncine a ballo - Sotto la Grappa - In Piazzutta - A San Rocco - In Via dei Cappuccini - Feste da ballo sfumate - Corpus Domini - Dai Francescani alla Castagnavizza - Dalle Orsoline - Per la mancata sanzione sovrana di un podestà -Notte di San Giovanni - Il Reccardini - Solferino - Patriotta e filantropo. Maggio e giugno erano i mesi in cui la città sembrava trasformata in un immenso giardino. Dai pressi del Caffè del Teatro sino alla Stazione ferroviaria le folte siepi di malvone, che fiancheggiavano i viali di platani, sembravano un interminabile tappeto di fiori, che destava la maraviglia di tutti i forastieri. Fiori v’ erano dappertutto, nelle aiole del Giardino pubblico, sui poggioli delle case, sotto la Madonna del Buon Consiglio in una nicchia del Palazzo Della Torre in Via del Giardino, che ogni sera venivano rinnovati da una ignota pia mano. Nel parco dei conti Coronini in Via del Ponte Nuovo, il gloriette stava sotto una pioggia di glicine e di roselline. Le iuche filamentose di tra 1 crepacci spingevano il loro scalpo fiorito verso le agavi gigantesche. Ben a ragione Gorizia poteva venir chiamata l’incantevole città dei fiori del Friuli orientale, da chi dalle brume boreali veniva bearsi del nostro bel cielo di croco e di cobalto. * La mattina alle prime luci calavano in città, dai luoghi circonvicini, i carri con la frutta di ogni qualità. Vi primeggiavano le saporitissime e carnose ciliege del Collio, che venivano spedite a vagoni interi verso i paesi nordici. Sui panconi del Mercato coperto in Piazza Sant’Antonio comparivano i canestri di fragole di Montevecchio che impregnavano l'aria col loro profumo delicato ... Alla ricchezza e alla squisitezza del prodotto frutticolo Gorizia doveva l’esistenza di alcune rinomate fabbriche di canditi e di frutta sciroppata. Nella metà dell’Ottocento v’erano quelle del Cravagna, dello Schmidt, del Sep-penhofer e dell’ Ieran, alle quali subentrarono in seguito quelle di Leopoldo Sandpichler in Contrada della Dogana e di Giacomo Marizza in Via dei Leoni. I prodotti di quest’ultime, quali gli arancini canditi, i cedri, i calmus, la frutta in sorte ad uso di Genova, la cotognata e la persicata, venivano spediti fino in Russia e nella lontana America, prima che la California invadesse i mercati. * 95