Vedendo pertanto il buon genitore che nè gli infami intrighi, nè le calunnie, sortite dalla bocca dei più prossimi parenti e da uno stesso apostolo di Cristo, non valsero a sviare la figlia dal concepito amore, fu costretto di ricorrere ad altri rimedi. Bisognava allontanare la figlia. Buon motivo dava la sua inferma salute; dunque cambiare aria. Alla fine di dicembre consigliava l’egra figlia d’andare a Graz (luogo già sperimentato poiché ebbe ad esonerare questo secondo Francesco Cenci dalla soma d' un figlio). Ma le rimostranze della madre e figlia fecero sì che si determinarono d’andare a Venezia non senza essersi prima accertate eh’ io pure verrò a visitarle. Esse partono oggi, io domani ; ma già nel dopodomani il premuroso padre (avendo avuto nota della mia partenza) era in Venezia per trovarne tutti insieme nella Birreria S. Angelo. Altro aggrottar di ciglia - ma indarno, imperciocché la figlia gli disse finalmente e francamente, non voler altri che me in isposo. Altre rimostranze nulla valsero. Egli tor-nossene a casa ed io lo seguì due giorni dopo. Appena giunto in Gorizia il famiglio mi racconta « qualmente due colombine vennero ad annidarsi negli appartamenti delle signore in Salcano, epperò menavasi dal popolo grande scalpore per lo scandalo». Per il primo dell’anno 1858 avvertii di ciò la madre non senza chiederle, di sottacere tutto alla figlia. Dopo ciò non pertanto fece leggere il tutto alla figlia, sicché vollero pronto ritorno. Ma dovettero attendere per mancanza di denaro finalmente poterono porsi in viaggio, la madre con grande male e l’inferma figlia con tutti i disagi. Giunsero a Salcano ; la figlia visita subito le stanze, le sue robe, trova tutto sos-sopra e nel calore dello sdegno, ne rimprovera il padre. Questi balbetta e scusandosi s’accusa ; ma dall’ ira satanica che sfavilla dai suoi occhi potevi scorgere un giuro aspra vendetta contro la misera figlia. Da quel momento egli si mostrò arrendevole alle nostre nozze anzi ne sollecita il compimento. Non ci restavano che quattro sole settimane alla stagione del carnevale. Bisognava pensare ancora a tutto. Venendo a parlare della dote (che egli stesso ebbe più volte ad indicarmi a Fior 20.000.— colle precise: io non sono un Locatelli di Cormons ma pure darò alla mia figlia una dote di Fior 20.000.—) dichiarò, che a motivo di alquanti debiti non potesse fare assegnamento di sorte, ma di voler passarle soltanto Fior 600.— all’anno. Che ciò non mi conveniva le dissi «che non andava a fondare famiglia senza esserne al sicuro di poterne coprire i bisogni». Egli replicava di non poter far nulla per i primi due anni, in nessun caso dar più che 1.000 Fior, all’anno. Io volli ritirarmi, sapendo bene che egli non intendeva fare assegnamento a motivo della breve sperata morte della figlia, tanto è vero che la madre m’andava predicando il timor suo, che la figlia moriva alla prima notte del matrimonio. Io adunque volli ritirarmi, ma la figlia già bene sobillata, eh’ io intendo sposarla solo per il denaro, si mise a piangere e a dirmi - or capisco e vedo anch’ io che ella sposar vuol il denaro e non me. - A tale nuovo insulto, altri sarebbesi più che mai adirato, ma io conobbi troppo bene, esser la favella della disperazione. Ebbi pietà della misera, e comecché a costo di qualsivoglia sagrificio tendo sempre ad ismentire le taccie scagliate contro il mio carattere, ebbene le dissi, accetto la proposta ma temo un mare di guai. Così fu, e senza patti nuziali di sorte addì 13 febbraio 1858 giurai sull’ altare di Dio e ad alta voce - volere essere di tutto cuore unito quale marito ad Amalia T. * Il matrimonio Onde ricevere condegnamente la sposa di contanto pingue e spettabile casato il tapino Dott. G. struggevasi in sollecitudine d’ogni genere sagrificando fin l’ultimo quattrino dei suoi tenui risparmi. Da canto della sposa all’incontro il genitore sperando sempre che l’invocata Parca a pietà si muovesse della sua povera e sofferente figliuola, indugiava fino all’ultima settimana coll’acquisto delle vesti nuziali. Vedendosi svanire tale speranza fu mestiere andare a Trieste e farvi gli indispensabili acquisti. 198