SINFONIE DI LUGLIO A Valdirose - Nelle acque dell’ Isonzo - Le trote - Pescatori malvagi - Notti azzurre - Villotte nostre - Refrigeri boschivi - La caccia ai grilli - Festa delle Annette - La Birreria Cattarmi - Serate al fresco - Filastrocche - Giochi al-l’aperto - Dispetti e ricreazioni infantili - Massime e proverbi - Anfiteatro Pep-pino - La milizia volontaria - La visita dei vagabondi - Un quadretto di genere -Una parata a Monte Santo - Il tramonto e una rievocazione. Nel luglio, durante le ferie scolastiche, gli scolari delle elementari si recavano a Valdirose per bagnarsi nelle acque del torrentello Vertoibizza, in un bacino di raccolta che d’inverno serviva per alimentare lo stagno artificiale del pattinaggio. Dopo il bagno i ragazzi andavano alla ricerca dei coleotteri, di cui ne facevano raccolta, nelle boscaglie di Montevecchio. Ne pigliavano la calosoma sicofanta, la cetonia dorata, i cervi volanti, la rosalia alpina, ma il più gradito di tutti era il cerambice muschiato, dal corpo stretto e allungato di colore verde dai riflessi metallici, che emanava un gradevole profumo di muschio. Quivi essi trovavano pure in grande quantità le fragole e i mirtilli (ùa di San Zuàn) per potersi rifocillare. * 1 più anziani e 1 giovanotti andavano invece a nuotare e a tuffarsi nelle cristalline acque dell’ Isonzo nel sito chiamato sotto i greti (sot i cres) a destra del ponte di Peuma, oppure vicino al ponte della ferrovia di fronte al Monte Calvario. L’acqua era diaccia. I più ardimentosi tentavano la traversata del fiume scansando o fendendo i gorghi insidiosi che ogni anno, verso la festa dei Santi Ermagora e Fortunato, inghiottivano nelle loro spire parecchi incauti nuotatori. Nelle brevi soste, tra un tuffo e l’altro, i bagnanti andavano a raccogliere gli odorosi ciclamini che crescevano all’ombra delle acace e dei sambuchi fioriti, lungo le rive del fiume celeste e armonioso ... * Le trote (trutis) dell’Isonzo, a giudizio dei buongustai, superavano per squisitezza quelle degli altri fiumi, specialmente poi se venivano pescate nel corso superiore. La fauna ittica isontina comprendeva inoltre nei suoi affluenti i pesci noti sotto il nome di temolo (tèmul), squàl, barb, coregone (giavedon) e i carpioni (carps). In altri tempi era arrendatore della pesca nell’ Isonzo, da Plezzo a Canale, Luigi Happacher, il noto proprietario dell’Albergo All’Angelo d’oro, che spediva le trote sino a Torino. Tra i più ghiotti di questo pesce v’era il conte di Chambord, che pur di poterlo avere lo pagava sino a sette fiorini il chilogrammo, prezzo più che esorbitante a quei tempi. La pesca nel medio e nel basso Isonzo era riservata agli abitanti di Savogna e di Sagrado. * 122