Gli altari per la lettura dei Vangeli venivano eretti in quattro siti della città: in Via Municipio, in Via Morelli, in Via del Giardino e in Piazza Grande. Dopo la lettura del Vangelo i soldati, che attorniavano il baldacchino, sparavano a salve a cui rispondeva poco dopo, dai torrioni del castello, il rombo delle artiglierie. 11 momento era quanto mai solenne. La banda ricominciava a sonare, la processione si ricomponeva, mentre dal-1’ alto dei campanili delle chiese squillavano festanti i sacri bronzi. Terminata la processione gli ascritti alla Confraterna dei calzolai e conciapelli si radunavano nell’ufficio (mezàt) del cassiere sociale per assistere alla seduta, che veniva tenuta una volta all’anno, onde discutere gli affari inerenti alla casta, come prescriveva il privilegio nell’articolo decimosesto, che è del seguente tenore: «Nel giorno del Corpus Domini dovranno tutti gli maestri, e lavoranti incorporati à quest’ arte La processione del Corpus Domini alla Castagnavizza nel *600 Da un disegno del tempo congregarsi nella casa portarsi alla chiesa, e successivamente intervenire con sino alla fine, alla solita processione, e quello che funzione, sarà condannato à due Phunti di cera. Terminata la processione, e le cerimonie Ecclesiastiche dovranno tutti gli Maestri e Lavoranti accompagnare alla di lui abitazione quel Camerano, che avrà sotto di se la Cassa dell’arte, ed ivi consultare, e deliberare sopra l’interessi concernenti la loro arte». delli la senza Camerari e d’indi à due à due debita devozione dal principio leggittima causa, trascurerà tal Ogni anno dopo la processione il capobanda Propotnik, negoziante di manifatture, usava offrire la trippa al pecorino e una buona bevuta a tutto il corpo musicale nella, già altre volte ricordata, Locanda alla Stella d'oro. * Nello stesso pomeriggio i Francescani della Castagnavizza tenevano la processione teofonca (Corpus Domini dai fraris) nelle adiacenze della chiesa. A quella vi interveniva la Banda della Società dei Veterani, reclutata tra i villici di Montespino (Durimperch) con a capo il loro azzimato comandante, un maestro elementare al quale i goriziani gli avevano appioppato il nomignolo Totili mignestra. Tra gli scopi che si prefìggeva quell’associazione era di mantener vivo, anche in tempo di pace, il sentimento di solidarietà tra i vecchi compagni d’arme, di rendere gli ultimi onori agli estinti e di prestarsi in caso di guerra con tutte le forze alla cura ed al soccorso dei feriti. Onde far fare cilecca a quegli ospiti sgraditi, i nostri patriotti si mettevano di fronte ai sonatori, spremendosi in bocca del succo di limone. La vista di quell’atto, metteva i piumati musicanti nell’ impossibilità di continuar a sonare, causa 1’ eccessiva secrezione di saliva che loro provocava. Scoppiavano allora dei tafferugli tra i sonatori e i cittadini e la dimostrazione patriottica contro gli austriacanti poteva dirsi bene riuscita. * Il venerdì della settimana seguente, verso le sedici, veniva fatta una processione in onore del Sacro Cuore di Gesù (Corpus Domini da li mìignis) sulla piazzetta, davanti alla chiesa dalla leggiadra facciata settecentesca delle Orsoline, tutta recinta di alberetti. Vi intervenivano le educande di quel monastero, mentre, dietro le spesse grate delle finestre, s’indovinava la presenza delle monache di clausura, che seguivano la processione con gli occhi... Di fronte alla chiesa sorrideva dall’ alto della sua nicchia nella casa del farmacista Pontoni una Madonna col Bambino in braccio, bruna ma bella, come nel « Cantico dei cantici », che attirava, per il suo colorito, la curiosità dei cittadini intervenuti per assistere HO