uni figurati in corrusche armature, gli altri in scarlatte toghe di magistrato. Gli ultimi raggi del sole, rifrangendosi a traverso i rulli delle invetriate, donano, con un effetto di rara bellezza, tutti i colori dell’ iride alla sfarzosa mobilia della sala. Verso un angolo v’ è un’eletta schiera di damine e di giovani patrizi in gaia conversazione. Durante una di queste periodiche riunioni s’istituisce a Gorizia 1’ Ordine cavalleresco della Spada, inventato dall’ allegria, spalleggiato dalla bellezza,promosso dallo spirito... Chi lo promosse? Forse la contessina Chiara di Burgstall, la quale nel 1737 donava la sua bella man di sposa al conte Ferdinando Lanthieri ? Quali furono i patrizi inalzati a favore si distinto ? I loro nomi e quelli delle promotrici si sono sommersi, coll’ andar del tempo, nel grande fiume dell’ oblìo. Lo stile della prima lettera, la certezza della seconda, ci rivelano l’autore: il conte Sigismondo Attimis, tra le cui carte trovammo, a suo tempo, la minuta degli scritti che in appresso fedelmente riproduciamo. * « Lettera alle Dame dell’ Ordine della Spada eretto dalla gioventù di Gorizia nel 1 730. Due furono gli Ordini, III.me Dame farr.osi della Spada, che ci vantano le Storie. L’ anno 846 Don Ramiro Re di Castiglia fu il primo che a un Ordine da lui istituito diede il nome d’ Ordine della Spada. Nel 1195 Guido Re di Gerusalemme fondonne un altro sotto il titolo pure d’Ordine della Spada. Ma l’Ordine per noi assai più caro, più prezioso, e più importante, egli è quello, che Voi in quest’anno 1730 istituiste 111.me Dame, a cui vi compiaceste d'arrotarci. L’esserne voi stesse le fondatrici, ed ammettere in questo grazioso Istituto noi, che non abbiam’ altro pregio, che quello d’essere adoratori de vostri meriti è un tratto il più obbligante, una finezza la più gentile, che possa esercitar Dama cortese a Cavalier ancorché ambizioso. Molti Ordini, come a Voi è ben noto, s’eressero ad onore o a memoria di Dame come quello della Giarattiera in Inghilterra, del Toson d’oro in Borgogna, ma non hanno gli ascritti illustri di questi due Ordini il piacere di comunicare le loro grandezze a due begli occhi poiché non vi ammetton le Dame le quali hanno pure istituiti di propria autorità Ordini segnalati, come quello della Cordeliera in Francia, ne quali elleno sospirando senza esser udite, da loro fedeli poiché ne sono esclusi i Cavalieri. I Secoli andati non produssero mai ne Dame sì gentili, ne cavalieri sì fortunati. Fra gli ordini ecco il primo, in cui con grata indifferenza s’ ammettono egualmente due sessi, Ordine inventato dall’allegria, spalleggiato dalla bellezza, promosso dallo spirito, coltivato dal merito, dispensato dalla Gentilezza, ricevuto dalla riconoscenza, e sottoscritto dalla fedeltà, pel quale tanto vi professiamo le maggiori grazie, quando fra tanti, che sospiran l’onore d’esservi accettati avete scelte le nostre persone per compartirlo. Che se chi riceve il favore ne sente più il prezzo di quello che lo dispensa, noi dal nostro canto il sentiamo sì vivamente e ne consideriamo sì pienamente le circostanze, che quasi non osiamo di significarvi in qual grado voi ci obbligaste, per tema di farvi conoscere, tutto ciò che voi ci compartite, e farvi credere, che voi ci favoriste in eccesso. Quindi è che, benché noi siamo d’ altro ambiziosi che di servitori tuttavolta c’ è forza d’ingannare dolcemente noi stessi col lusingarci d’esserne meritevoli, per non far torto alla scelta cortese, con cui mostrate di trovarci tali. Per corrispondere noi ad idee sì vantaggiose, e a favore sì distinto, noi attendiamo dalla vostra gentilezza, e dalla vostra assiduità, l’onore dè vostri cenni. Su dunque 111.me Dame armatevi colle vostre destre gentili il petto delle spade, le quali voi destinaste per impresa del vostro nuovo Ordine, e con questo bel pegno, che voi pure portate nè vostri candidi seni createci Cavalieri del vostro onore, difensori della vostra gloria, pubblicatori del vostro nome immortale, e voi ci vedrete sempre pronti e disposti a gara per servirvi, sentirete le nostre Cetre risuonare delle vostre eccelse lodi. E se per grazia che si riceve, si può dimandar mercede, noi non chiediamo che d’assicurarci dè vostri favori, e d’animarci talvolta cò vostri dolcissimi sguardi. 207