Consigliere delle riunite Principate Contee di Gorizia e di Gradisca e nipote del fu primo Prencipe ed Arcivescovo, con la illustrissima Damigella Caterina Contessa Orsini de Blagay, non lasciò punto riflettere questa città a torbidi del Cielo, il quale ingombro d’ atre e densissime nubi dopo lungo minacciare si scaricò finalmente con pioggia di copiosissima neve. In casa dell’ Illustrissimo Signor Ferdinando Conte di Lanthieri zio del suddetto Conte Giovanni tenuta lautissima mensa a rispettabilissimi sposi, alla loro parentela, e ad altri assai ragguardevoli personaggi di questa illustre Città, gli sposi con numeroso accompagnamento si recarono nell’ Oratorio domestico del predetto Signor Conte Lanthieri, ove l’Illustrissimo Sig. Abbate Degrazia de licentia ordinarjj, diede la benedizione matrimoniale : e così si solennizzò il Matrimonio secondo il prescritto del S. S. Concilio di Trento: si diè poi fine alle allegrezze di questo giorno con nuovo grandioso suppè dal mentovato generosissimo Conte Ferdinando dando agli sposi, e parecchi Cavalieri, e Dame, che condecorarono questa funzione, ed accrebbero le contentezze de’ sposi. Non si può dubitare, che festa sì strepitosa sia pronostico di un felice ed avventurato matrimonio ». Non saranno di certo mancati alla fine del suppè offerto dallo zio, i confetti, in artistiche confettiere, che forse avranno ricordato al Lanthieri qualche lepido verso del di lui cognato conte Sigismondo Attems (1708-1758). Quest’ ultimo, in occasione del matrimonio Burgstall-Lan-thieri, aveva composto dei versi da mettersi nei confetti, che dovevano venire distribuiti fra i convitati al banchetto nuziale. Nel manoscritto, che esaminammo e trascrivemmo esattamente, parecchi distici risultavano cancellati con tratti di penna molto grossi in maniera da rendersi assolutamente illeggibili. Ecco il testo : Biglietti da porsi ne’ zuccheri in occasione delle nozze del Signor Co. Ferdinando Lanthieri colla Sig.ra Co. Chiara di Burgstall nel 1737. Coperchio d’ una confettiera argentea settecentesca In amabil prigione Amor mi tiene ; Son virtude e Beltà le mie catene. Prove certe di fede, e di costanza Dà quel cuor, che sa amar in lontananza. Molti amor ferisce e punge Ma Imeneo tutti non unge. Un pò di gelosia risveglia Amore, La troppa opprime, ed avvelena un cuore. Amor da stima, e pur da genio nasce, Ma di corrispondenza ei sol si pasce. Il toccar bella man, l’averla è invano, Se non s’aggiunge il core anche alla mano, Il fin dell’ amor mio costante, e forte Se tu brami sapere, è in man di morte. Nel principio d’ amore è un gran martire L’ incertezza, e il timor di non gradire. In dolci guise Amor pinge alla Mente L’idea del ben lontano, e il fa presente. Io Mercante novel fatto d’Amore Cambio, e non vendo, e voglio cor per core. Per guardia del mio cuore intorno sta Un gruppo di costanza e fedeltà. Dè Beni suoi non sia sorte avara, Per far felici Ferdinando e Chiara. Amore à dolci suoi sdegni guerrieri Una Burgstall disfida ed un Lanthieri. Non vivo in me, se altrui m’offersi in dono Dov’ io vivo è il mio cuor, non dov’ io sono. Ne’ tuoi begli occhi appena io m’incontrai, Che tosto senza cuore mi trovai. Molti ponno bramar l’oggetto istesso Ma il poterne goder è a un sol permesso. Mille giorni d’ affanni, e di tormento Paga Amor con usura in un momento. Quando giunge Imeneo Amor sen’ esce, Ma in due bell’Alme ei piglia forze e cresce. Amor saggio, e discretto è un saggio core, Ma se pazzo è 1’ Amante, è pazzo Amore. Dell’ innocenza e d’ onestade amico Padre del vero diletto è Amor pudico. i