1917] Sua Maestà il Re a Peschiera 177 fermo. Sale le scale rapidamente ed entra nel salotto. Sono intorno a lui Orlando, Sonnino, Bissolati; Lloyd George, Smuts; Painlevé, Franklin-Bouillon. Tutti siedono attorno alla povera tavola nel mezzo della stanza. Nessun altro assiste alla riunione. Persona che sta molto vicino a Sua Maestà mi conferma talune voci di attacco germanico via Svizzera. Mi dice che Cadorna ha già ricevuto l’annuncio della sostituzione nella carica di capo di stato maggiore dell’esercito. [Come ho detto, nessun segretario ha assistito alla Conferenza. Ma, secondo ho poi saputo, il generale Smuts dette più tardi alcuni particolari della Conferenza a Hankey, che ne formò, in viaggio, un documento da lui comunicatomi. Il documento è datato Aix-les-Bains, 9 novembre. Presi da tale documento le seguenti note di cui Sonnino mi confermò, in massima, l’esattezza (1). (1) Lloyd George in War Memoirs, Tomo IV, pubblica per intero il verbale di Hankey. Esso si inizia con la manifestazione, da parte del Re d’Italia «del suo grande rincrescimento che il parere del signor Lloyd George non fosse stato segnito, e gli alleati non avessero usato il fronte italiano per spezzare la resistenza austriaca. Egli aveva pienamente condiviso il punto di vista del signor Lloyd George e gli rincresceva profondamente che mentre pochi mesi innanzi l’Austria era prossima al collasso, avesse avuto la possibilità, con l’aiuto tedesco, di invertire la posizione a danno dell’Italia. Il signor Lloyd George mostrò il suo rammarico che Sua Maestà non fosse stato presente alla Conferenza di Roma, dove egli aveva fortemente sostenuto le sue vedute in favore di un movimento combinato sul fronte italiano. Il Re d’Italia concordò con le osservazioni del signor Lloyd George, ed aggiunse che Egli non ebbe sempre opportunità di veder effettuate le Sue proprie vedute ». Io omisi allora tale brano, che non mi parve, in quella forma, esatto; mentre Sonnino mi confermò, ripeto, di aver trovato esatto il resto. Insieme alla pubblicazione del documento di Hankey, Lloyd George, nello stesso Tomo IV, narra che egli fu impressionato della calma virile che il Re d’Italia dimostrò in quel frangente in cui il suo Paese era in pericolo. Aggiunse che il Re non mostrò segno di timore o depressione; la sua sola preoccupazione sembrò quella di togliere impressione sulla mancata resistenza del suo esercito: ad-duceva discolpe, ma non scuse per la ritirata, tanto che il generale 12.