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Prefazione
tedeschi. Ne parlai al signor Stresemann, e gli dissi che se tale falsa rappresentazione dell'Italia poteva concepirsi come arma di propaganda durante la guerra, e prima che fosse stato pubblicato il testo della Triplice Alleanza, dimostrante ad evidenza come due clausole essenziali del Patto fossero state violate non da noi ma dai nostri alleati (i), perdurare ancóra in tale falsa rappresentazione significava insigne malafede o almeno insigne mancanza di cultura da parte degli scrittori che se ne servivano. Da quel giorno non vidi piti la impudente accusa su fogli tedeschi.
  Altre accuse similmente false, già sfruttate in pubblicazioni nemiche a scopo di propaganda durante la guerra, furono mantenute contro di noi anche durante la Conferenza di Parigi, e continuarono, dopo la pace, in scrittori di Paesi ex-alleati e che pur tendevano all’equità nei nostri riguardi. Mi riferisco ad un supposto tentativo italiano di pace separata con l’Austria-Ungheria nel iqij, affermato dall’ Imperatore Carlo in una sua lettera al principe Sisto, e raccolto anche ultimamente dal signor Lloyd George nel IV volume di War Memoirs.
  Altre leggende si forinarono e rimasero in forma inesatta e contraria alla dignità dell’Italia, durante la guerra e durante i negoziati per la pace : basti citare la sostituzione del generale Cadorna come imposta dallo straniero a Rapallo; l’asserita debolezza della Delegazione italiana a Parigi ; l’asserita inopportunità del suo ritiro dalla Conferenza: mentre risulta da concordi dichiarazioni ufficiali di Orlando e Sonnino che la sostituzione di Cadorna era stata decisa in un Consiglio dei ministri tenuto a Roma prima che Orlando e Sonnino si incontrassero con gli alleati a Rapallo; mentre la Delegazione italiana battagliò per mesi contro la strapotenza e la testarda avversione e incomprensione di Wilson, talora vincendola; e dovette forzatamente venire in Italia e considtare il Parlamento quando Wilson pubblicamente la accusò di non rappresentare la volontà della Nazione.
  I ricordi e frammenti di Diario che qui pubblico, derivano in gran parte da note prese negli anni igi4-igig, mentre fui capo di gabinetto del ministro degli Esteri Sonnino, e segre-
   (i) Cfr. a pag. 22 e 36.