438 Le frontiere coij ¡’Austria « riservate » [29 Finita la seduta, Wilson mi chiede l’elenco preciso delle isole che saremmo disposti a cedere. Domani si tratterà della frontiera tra Austria e Jugoslavia. Wilson dice due volte: «Senza i ministri degli Esteri! Senza i ministri degli Esteri! » (1). Mentre stiamo per uscire, Barzilai telefona che vorrebbe venire a parlare ad Orlando. Ha dei pentimenti? Usciamo. Orlando mi dice: « Se posso aver finito le clausole con l’Austria non mi rivedono più a Parigi! Non tengo affatto a firmare i Trattati, io ». . Orlando riferisce alla Delegazione italiana circa la seduta di stasera. Io non assisto alla sua esposizione che, a quanto mi dice Sonnino, è soddisfacente. Giovedì, 29 maggio, Ascensione. 11 Figaro pubblica un articolo di Gabriel Hanotaux concernente Orlando: «Grande oratore, grande democratico, grande uomo di Stato, saggio nell'entusiasmo, ponderato nella passione, vigoroso difensore di un popolo e di una dinastia» (2). Vedo nelle bozze inglesi del Trattato con l’Austria, stampate, alla parte II, Future frontiere austriache, paragrafo 4, che « con l’Italia una linea sarà fissata dalie principali Potenze alleate ed associate ad una data ulteriore ». Ne parlo con Ricci-Busatti, rappresentante italiano al (t) Cfr. nota 3 a pag. 190. (2) Il colonnello House, secondo riferisce C. Seymour (Op. cit. IV, 452) scrisse, verso la fine della Conferenza della Pace, su Orlando quanto segue: « Non so quali esperienze avesse il presidente, con Orlando, quando io non ero presente ; ma so che quando noi tre fummo insieme, e quando Orlando ed io lavorammo soli, io lo trovai uno dei più soddisfacenti tra i colleghi. Egli era sempre cortese, anche durante critiche circostanze, ed era generoso forse quasi all’eccesso nell'aderire al punto di vista americano, quando il suo proprio Paese non era coinvolto. Ed anche nei negoziati implicanti l’Italia, egli cercò di essere giusto, e quando, secondo il nostro punto di vista, egli non lo era, ciò dipendeva dalla pressione esercitata sopra di lui da Roma e dai suoi colleghi italiani. Io lo ricorderò sempre come un gentleman abile ed integro, che si sforzò di fare il meglio in difficili circostanze ».