54 Sonnino agli Esteri Ai primi di novembre Salandra ottenne la collaborazione di Sonnino agli Esteri. Sonnino fu dapprima dubitoso; ma poi risolse di accettare il grave incarico. Quasi contemporaneamente a tale notizia giunse all’Ambasciata a Vienna un telegramma di Salandra che mi chiamava a Roma per ragioni di servizio. Partii il giorno stesso. Ricordo che andando a salutare, fra altri, al Ballplatz il conte Forgàch, col quale avevo avuto frequenti contatti (i), egli mi domandò di Sonnino. Gli risposi: « Era un triplicista convinto ». « Voi dite “era” » notò Forgàch. È stato già osservato e pubblicato come Sonnino, allo scoppiare della guerra, si fosse espresso intorno alla necessità di stare con gli alleati, e mantenere i patti. Tale infatti era l’ovvio sentimento di un uomo leale. Ma né Sonnino né altri, aU’infuori di pochissimi, sapevano, al momento àe\Yultimatum, come l’Austria si fosse comportata con noi, ed avesse mancato ad uno dei patti essenziali della Triplice. Ricordo altresì che Forgàch, in quella mia visita di congedo, quasi conscio delle colpevoli omissioni e reticenze austriache, ripete quanto mi aveva detto altra volta: essere stata cosa assai spiacevole la malattia di Merey nei giorni della crisi, e che perciò avesse dovuto giungere « in ritardo » a San Giuliano il testo dell ’ultimatum alla Serbia (2). Di poi fu avanzata l’idea che l’Austria non avesse voluto (1) Contatti, i piò, piacevoli, dato il vivo ingegno deH’uomo, sebbene talora acido. Rammento che un giorno, mentre era già scoppiata la guerra e l'Italia aveva dichiarato la sua neutralità, Forgàch, in una conversazione con me, aveva scherzosamente, forse non senza intenzione di ammonimento politico, mostrato di rimpiangere che fossero sparite cosi gradevoli residenze diplomatiche come Napoli, Firenze... Non potei trattenermi dal ribattergli che avevo consimile sentimento per la scomparsa di quella di Varsavia. (2Ì Si può ricordare qui che il Lottai Avzeiger di Berlino, considerato ufficioso, aveva stampato in data 22 luglio quanto segue: « La nota che l’Austria-Ungheria dirigerà alla Serbia è stata comunicata confidenzialmente a Roma e a Berlino. I due Governi alleati l'avrebbero pienamente approvata». Ciò, per quanto riguarda Roma, è, come abbiamo veduto, insussistente: Roma conobbe il testo dbU'ullintatun-, solo il 24.