309 MDXX, OTTOBRE. 310 con questo dagi certa pension a uno abate eleclo, et la terra ha contenta prestarli scudi "200 mila. Et cussi monsignor di Chievers eri matina è partilo per Aquisgrana, et eri post pranso parli il Ite al tardi, el Sabado diano esser in Aquisgrana, e la Domenica si farà la incoronatone. Starà 3 soli dì, e partirà per esserli il morbo, e anderà a Cologna, poi in Augusta dove si farà la dieta zeneral, licet sia contra l’ordine di la boia aula, che voi che in Nurimberg la si fazi ; ma vi è la peste. Ozi si parte etiam il Gran canzelier, et lui Orator partirà anche lui. Il He va a Moli-nes 4 lige lontan de qui. Scrive, si expedisca il suc-192' cessor. Lo illustrissimo Infante è zonto, stato in 0-landa per causa di aver il donativo; ha un poco di febre per stancheza. Di Spagna è do zorni non é venute posle, sichè questi stanno sopra di se. Di Milan, di Alvise Marin secretarlo, di 16. Come ricevete nostre di 8 Octubrio, zerca dar una letera a lo illustrissimo Lutrech e comunicar etc. Et essendo stato indisposto, ancora non potè andar a trovarlo. Et Soa Excelentia gionse Domenica a hore 23 ; li andò contra molli zenlilhomeni e altri di la terra. Questa matina fo per parlarli, e parlò a monsignor di Terbe so’ secretarlo, dicendo aver di parlarli. Disse venisse da matina, et cussi in questa matina andò e intralo da Soa Excelentia, prima si scusò non esserli venuto conira per la indisposition sua, poi li apresentò la letera di credenza e si alegrò del suo felice ritorno ; poi a la risposta di Soa Excellen-tia scrisse a la Signoria, lì è l’altra lelera. Lui la lexè lbrle dicendo « So lezer italian » poi il Secretano li lexè pian quanto si scriveva di queslo al re Cristianissimo, aspelando risposta, scusando eie. Soa Excelentia disse: non acade scusa, come sa quella Signoria, il ben dii He e suo è una cossa niedema; ma non bisogna haver rispeto di mandar il Governador e missier Andrea Grilli, perché, volendo venir l’Im-perador in Italia, el sa ben il He et la Signoria se li oponerà contra, et facendo quelli consulti et le preparata, el se ritegnerà; sichè è bon far il consulto, tamen poi la Signoria voi si aspeli lelere di Franza. Scrive esso Secretano dito consulto voi farlo ad ogni modo, et zà per la terra si parla che dia vegnir il Governador e il Griti qui, e lien Lutrech liabi scrilo in Franza che si fazi omnino. Scrive, domino Pomponio Triulzi li ha ditto haver dal So-prasaxo, che sguizari non patirano mai che sia falò molestia al Stalo di Milan. Scrive, mandar lelere di T Orator nostro in Spagna, aule per via di Lion. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretano, di 7. Come è venule letere di la Cesarea Maestà, si mandi 20 milia ducati a don Hugo di Monchada per pagar l’armada; e questi dicono non haver il modo, e averne manda 18 milia ecouvegnir pagarle zelile d’arme; la qual armala è partila di Trapano e andata a Melazo. Scrive, mandano letere al He scusandosi di queslo. Item, scrive, è morlo il conte di Matalon qual ha vislo il terzo grado di la sua progenie et posterità. Scrive, cussi questa signora duchessa di Bari dice volersi Zobia, e questi signori et zenlilhomeni napoletani, per farli cosa grata, Zobia ferono una bela giostra. A la Duchescha, loco proximo et contiguo a Castel Capuano, poseno uno paro di forche, 193 el a la scala apogiala a quelle era ligato Cupidine con il lacio al collo el l’arco in inano, el duo cavalieri con la lanza voleano manlenir che ’l meritava esser apichato. Furono molli cavalieri a sua difesa, et così lo facevano ascender sopra la scala et descender li gradi come li cavalieri si portavano bene o male ; et quel calor el luror, presente le innamorate, valse tanto che in questi duo anni non fu la più bela giostra e il più romper di lanze. Li inanlenidori rimasti in campo vielori donorono a la signora Duchessa il lor pregione. Se lo fece portar in brazo a domino Joanne Antonio Caldora con trombe el nachare, et li donò la vita. Fu leto una letera dii Podestà di Bergamo sier Zuan Vituri, di 13. Come, è venuto in luce di quelli hanno morlo lo episcopo di Recanali, et ne ha uno in preson, qual ha confessato li compagni; qual lo farà squartar. Domanda autorità di darli taja etc. Fu posto, per li Consieri, come, havendo inteso il Podestà nostro di Bergamo li malfactori che crudelmente amazono il reverendissimo episcopo di Rechanati, quali sono pre’ Alexandro Caravezinoj Vicenzo di Rola banditi, et Bagnadelo citadini bergamaschi come capi el principali del delieto, et Ili-ronimo di Roman, Zuan Antonio suo zerman milanesi, il molinaro Geron et Rossetto dii Monte di Brianza, abitano a Calolzo, et Belino de Augubio dii ducalo di Urbino, tutti compagni el complici, et uno Matio Can etiam compagno fu ferito el morto, et Bagnacavallo è retenulo, dii qual se dia far la debita justitia: che il preditto Podestà, facendoli citar di novo habi libertà di ponerli in bando di terre et lochi et di questa cilà nostra, con taja chi eadaun di loro vivo apresenterà in le forze habi L. 1000, et morlo L. 500 di danari di la Signoria, se non haverà beni, e li soi beni siano confiscati et ubligati a la taja predita. Fu presa, ave 163, 3, 3. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, e Savii, poi 193*