Lievito di guerra a Vienna Pietroburgo, ove tuttavia esistevano in altri circoli tendenze differenti. « Ciò originava l’incertezza della situazione presente. » Francesco Giuseppe aveva poi rilevato che l’Inghilterra «non seguiva fortunatamente pili la politica di Re Edoardo»; ed aveva infine osservato che « la situazione generale in Europa era ora tale che nessuna delle grandi Potenze poteva far prevalere un particolare suo punto di vista, senza urtare la suscettibilità delle altre Potenze, perché ciò avrebbe potuto creare uno stato di cose tale da poter condurre col tempo ad un conflitto ». Ad ogni modo quanto aveva riferito Albricci aveva indubbiamente un fondo di verità. Anche a me, giunto da poco in Austria-Ungheria e perciò maggiormente sensibile a taluni indizi, era apparso come vi fermentasse quasi un lievito di guerra. Già vi avevo accennato in un rapporto del gennaio 1914, mentre ero incaricato d’affari ed Avarna era in Italia; successivamente ne avevo scritto in un telegramma a Roma in data 28 aprile, poco dopo il Convegno di Abbazia (14-18 aprile). Tale telegramma era stato originato da una richiesta di San Giuliano intorno ad una frase che appariva in un mio precedente telegramma, mentre ero di nuovo incaricato di affari per l’assenza di Avarna. La frase era del conte For-gàch, uomo di grande intelligenza ed attività ed uno dei maggiori esponenti del Ballplatz. Il mio telegramma era del seguente tenore: " Vienna, 28 aprile 1914 Forgàch recatosi con Berchtold a Budapest per le Delegazioni starà assente da Vienna quattro settimane, onde non ho opportunità di interrogarlo « su quali considerazioni di ordine pubblico e culturale fondi la sua opinione che la questione relativa all’eventuale stabilimento di una Chiesa ortodossa in Epiro interessi prevalentemente l’Italia e non in egual misura l’Italia e l’Austria-Ungheria ». Parmi però che l’accenno del Forgàch a questo proposito, come pure l’altro suo testuale accenno ad un ricorso storico di lotte tra romanità ed ellenismo, si possa connettere ad un suo pensiero circa prevalenza generale degli interessi dell’Italia nell’Albania meridionale. Non ho sufficienti indizi per accertare se questi accenni del conte Forgàch sorgano da un suo