MDXX, SETTEMBRE. 228 A lo ingresso di la (erra, a le porte si ritrovarono tutta la chieresia con le croci, expetando, da la parte destra ; da l’altra banda el judice con tutta la civilità, con li capuzi mezi neri et inezi rossi justa il consueto di la patria. Pervenuti a la piaza di la chie-sia cathedrale, el smontali tutti in chiesa per ordine, acompngnali l’orator francese con lo illustrissimo duca di Buchingam e l’orator veneto Surian con lo illustrissimo duca di Suffolch cognato dii re de In-galtera, il nunlio pontificio col reverendissimo episcopo Tulmense ; et entrali in la porta mazor de la chiesa, ritrovorono preparalo uno scabelo per due persone coperto di brocato d’oro, el do cussini d’oro sopra a la foggia del regno, el solto a detto scabelo per lerra era disleso un velluto violato, et cussi intorno; et ambi li Re, a destra la Cesarea Maestà e a sinistra il Re anglese, et pervenuti queste Maeslà al scabelo preparalo nel medesimo ordine se ingino-chiono. Et qui slava il reverendissimo archiepiscopo Canluariense in abito episcopale et infida, quale diede a basar la -j- ad ambi do Re, prima a lo Imperatore ; poi il prelato archiepiscopo li salutoe con lo luribulo et incenso, demurn asperse a quelle l’acqua santa, et principiando sempre da la Cesarea Majestà. 146 Hoc facto, levate quelle Majeslà, li fo portato di sopra loro il baldachino di brochalo d’oro, et con quello fono acompagnali fino a lo altare maggiore, dove era preparato uno scanno medesimamente con li cuscini investili di drappo d’oro et lo tavolalo coperto di veluto cremesino. Quivi iterum genutlexi ambi li Re, per lo prefato archiepiscopo li fo dato il segno di la santa t ad osculare, et immediate cantalo lo inno Veni Creator Spiritus, conveniente inno, et al zorno che fu di le Pentecoste, et al congresso di questi Re, incorporali in amor et carità spirituali a benefilio di la cristianità. Finiti li canti et solenni soni, et levate, .Sue Maeslà si aviorno a l’altro capo di la chiesia, dove è la stanza dii predillo Arzi-episcopo, qual era preparala per lo Imperator. Pervenuti a la porta di la prima auletla, ch’è lo ingresso ne lo palagio al basso, rilrovorno da 25 dame de le più belle et meglio adobale de la corte. Entrati poi in uno altro grande andedo, rilrovorno de 20 pagi de la Reina vestili di bracalo d’oro et seiino o raso cremesino quartati. De lì asceseno una scala marmorea per 15 gradi, e nel palo era la serenissima Reina inglese zia de la Cesarea Majeslà, vestita di so-prarizo d’oro fodrato di bianchi armelini con belle filze di perle al collo. Questa madama teneramente abrazò il nepote, non senza lagrime, e si aviò poi a-scendendo la scala in una camera, dove intrati li Re, Reine et oratori el dame, fo aparcchialo el bref.ist o colalione, e licentiali lutti fino a l’hora di la messa. Disnato che obero, il clarissimo domino Francesco Cornare cavalier, orator veneto apresso la Cesarea Majestà e l’orator Suriano exislente apresso il Re anglese furono per do signori anglesi nomine regio dal suo hospilio levati et acompagnati a corte, zoè dove era alozata la Catolica Alteza, con la quale era il serenissimo re de Ingallera et la Regina. Qui dimorali alquanto, le prefate Maestà ussileno di la camera, et con li oratori al luogo suo antecedenti li Re, con numero grande di signori e cavalieri, più di C00, tulli benissimo vestiti di drappi d’oro, d’argento et di seta con grosse cathene d’oro al collo, si aviorno a la chiesa : immediate avanti li Re, ma poco, il reverendissimo cardinale Eboracense e poi li Re seguivano insieme, lo Imperadore a dextris et lo anglese a sinistris. Erano ambe quelle Majestà vestile di zimarra : su quella de lo Imperatore, la mila destra di drappo d’argento in lama, l’altra mità a liste d’oro et d’argento. Fodrata era dilla zimarra di zibelini, che si vedeano esser di gran prezo. Quella del Re anglese era integra di sopra rizo d’oro fodrata di zervieri belissimi, con una chatena al collo di zoje di gran prezzo. Le berele de ambe Sue Majestà di panno, con una piega, ma con due imprese di zoje mollo superbe. Entrali in chiesia, Sue Majestà furono a la porta incontrati dal reverendissimo arzivescovo con loro croce et turibuli. Pervenuti a lo altare grande, vi erano ordinati tre luogi. 11 primo a la parte destra alquanto distante de lo altare, et al basso quattro gradi, che è la prima discesa, et era un seraglio di brocato d’oro fodrato di brocato cremesino ricamato a rose con fili d’oro, secondo che è la impresa dii Re anglese. Questo seraglio era di grandeza che poteva lenire da 10 in 15, era saligialo di vellulo cremesino. Apresso li gradi, entro dillo seraglio era poslo uno scabelo di soprarizo et il tabulato coperto di veluto cremesino. Questo loco era per ambe le Majeslà, dove se ingi-nochiaro ad udir la messa. Il secondo luogo era a la parie sinistra alquanto più distante di l’altare, e più basso altri quattro gradi, et era uno seraglio di broccato d’oro fodrato di raso morello, di grana, medesimamente ricamalo a rose. Quivi, da poi però la discesa de li Re, pervenuta la Reina se induse, in-ginochiala sopra uno altro scabelo medesimamente di drappo d’oro, con do cuscini dii medesimo drappo vestili e il saligialo di velluto nero. Apresso lei era la bela madama Maria sorela di questo Re, olim reina di Franza, hora consorte dii duca di Suflblch.