Protopopoff ottimista 101 La sera, al Teatro, serata di addio di una ballerina russa. Sembra si svolga una cerimonia ufficiale. Sono letti numerosi indirizzi in suo onore, e le si presentano molti doni, fra cui uno dello Zar. Ciascun oratore, finito il suo discorso, bacia, sulla scena, la mano alla festeggiata. Lunedi, 5 febbraio. Iersera Protopopoff dette un pranzo alla Commissione commerciale italiana. A Scialoja ed a Carlotti, intervenuti, Protopopoff accennò a dubbi di taluni delegati esteri circa la situazione interna della Russia. Dichiarò che non ritiene probabili disordini interni in Russia; ma che ad ogni modo Nazione ed Esercito vogliono la guerra sino alla vittoria definitiva, e che la situazione interna non potrà pregiudicare questo obiettivo. Si parla con insistenza della possibilità che Protopopoff ottenga dallo Zar lo scioglimento della Duma a lui contraria, e faccia le elezioni. Oggi non vi furono sedute, per gli impegni di taluni delegati. Sembra che la Delegazione francese svolga speciale attività. Il nostro colonnello Marsengo che viene dal Gran quartiere generale mi parla dei malumori che vi serpeggiano contro lo Zar e contro la Corte. Si dubita della fedeltà dei corpi di guardia a Zàrskoie Selò e si prevede possibile un eccidio simile a quello di Belgrado. I soldati e gli ufficiali russi vanno eroicamente alla morte. Ma mancano le artiglierie. I servizi ferroviari sono insufficienti. Vi sono in Russia quasi tanti vagoni salon quanti di terza classe (?). Pranzo al Ministero della Guerra. Ho vicino a me il capo dell’Aviazione che mi parla della scarsità di benzina per aeroplani, e dei possibili surrogati. Martedì, 6 febbraio. Alle 15, Conferenza. Impressione di lavoro disordinato e poco efficace. Il generale Castelnau, con bella, ma alquanto sentimen-