53 MDXX, LUGLIO. 54 Marina avanti nona in dita chiexia fu fato le exequie. Vi era sier Sebaslian Foscarini dotor, leze in philo-sofia, e alcuni altri, tra i quali Io Marin Sanudo. Fu controversia in far la oralion. Uno suo diseepulo veneto, nominato Albertazo, la voleva far, et uno pa-doan nominato Terentio ... la voleva far. Fono a la Signoria, la qual terminò la facesse el venetian, poi fo revocbato, et la fece prima el padoan la matina, poi disnar l’altro. Noto. Eri matina vene in Colegio sier Piero da cha’ da Pexaro, qual, hessendo savio a Terra ferma, fo eleclo andar a far le mostre di le zente d’arme a la fin del mexe in veronese, jusla la parte, dicendo che, havendo compilo, non li par tuor questo cargo, el è uno di Savii a Terra ferma ch’é in Colegio. Et cussi si farà in loco suo. Dicono farano sier Valerio Marcello. A dì 17, fo Santa Marina. La Signoria, vice doxe sier Andrea Mudazo, con il Legato et Foratoi' di Pranza fono a Santa Marina. L’oralor dì Ferara è a Ferara, et quel di Manloa è andato a Mantoa per zorni. Eravi sier Domenico Trivixan el cavalier, procuratori e tornata la Signoria de more iu Chiesa di San Marco, fo ditto la messa e fato la procession. Da poi disnar, fo Colegio di Savii, nè altro fo di novo. Noto. In questi zorni, il Legalo dii Papa vene iu Colegio el ha presentalo uno brieve dii Papa per il qual pregava la Signoria perdonasse ad Achiles Boromeo el cavalier, ciladin padoan suo amicissimo, il qual fi a Roma se ritrova. Item, etiam per uno brieve, inslava per Antonio Bagaroto fo fiol di Ber-tuzi dotor, fo apichalo, ciladin padoan foraussito. Il Principe disse queste cosse si convien tratar nel Consejo di X, el se vederia, consultarla etc. Fo scrilo per Colegio al Conte e provedador a Liesna, mandi di qui in l’Arsenal la galìa fo condula de li per armar. A dì 18. La mattina, fo leto letere di Pranza in Colegio, venute eri sera di oratori nostri Ba-doer et Justinian, di 5, date a Paris. Come erano zonli lì, avanti il Re qual era andato a San Zerman, el lo aspetavano. Di sier Antonio Surian dotor et cavalier, orator nostro, a Cales, adì 28. Come il re d’In-galtera era venuto lì, el saria a parlamento con la Cesarea Maestà, qual si aspetava zonzesse. Et scrive coloquii dii cardinal Eboracense con dillo Orator nostro, come el tien di pacifichar Spagna con Pranza, et che ’l sarà contento tuor la corona paci-fice etc., come dirò poi. Di sier Francesco Corner el cavalier, orator nostro, di 26 Zugno, date a... Scrive, come il parlamento con il re d’Ingaltera era slà posto a di 3 Lujo, et lui orator andava in Anversa per for-nirse di cavalli etc. Item, il re Catholico e Cesarea Maestà scrive una letera a la Signoria in recomau-dazion dii vescovo di Scardona, qual è stato da lui a implorar ajulo contra turchi, e che Soa Maestà non mancherà, el ha provisto, cum pregar la Signoria voy ajutarlo etc. El dito episcopo di Scardona è andato a Roma, perchè cussi ha voluto il Papa, et à manda la dila letera a la Signoria nostra. Di Milan, di Alvise Bosso secretarlo. Scrive zercha i cantoni di sguizari, qual par siano rimasti iu acordo con la Cristianissima Maestà, excepto quelli tre nominati di sopra, quali sempre è stà duri, perchè voleno ben acetar la pension dii re Christianissimo, ma non voleno esser contra il Papa e alcuni altri. Tamen, si lien etiam loro si aqueterano; et sopra questa materia scrive longo. Vene il Legato in Colegio per la scomuuicha ha fato conira sier Alvise Malipiero e sier Bortholamio Contarini capi di creditori dii banco di Agustiui, perchè quel signor Hercules eli Este non poi esser pagato dii suo credilo; sichè si scusa. Fo balotato li Savii a Terra ferma qual dia andar a far la monstra. Rimase sier Valerio Marcello, il qual vene a tanle a tante con sier Francesco Morexini, poi rcbalotati il Marzello rimase di do balote. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, e tra le altre cosse preseuo certo credilo di frali di san Zorzi mazor, videlicet per conto vechio ducati 300 e per conto nuovo di livello de ducati 50 a l’anno dovea aver per filo dii loco di Lazareto nuovo, videlicet siano pagali a l’oficio dii Sai di denari di raxon dite in parte. Fu poslo dar, zoè scriver a Roma per beneficii primi vachanti nel Dominio nostro, per ducati 400, per il che il Patriarcha si ha fatichato a la riforma-zion di monasteri, et non fu presa. Di Boma, vene letere di sier Alvise Grade-nigo, orator nostro, di 13. Come a Rezo Calabria le fuste turchesche havia preso la terra e quella sa-chizata, falò gran danno, menato via presoni 200 homeni et tutte le femine. Scrive coloqui auli col Papa ut in litteris, zercha questi abochaineuli di reali, et che tien etiam il re di Franza si abocherà con la Cesarea Maestà. Scrive haver oblenulo dal Papa, justa le letere scritoli, che li zenlilhomeni e ci-tadini nostri possino trar le loro intrade di Ravena