Riparazioni 385 Alle ore 16, presso Wilson, riunione dei Quattro, con l’intervento della Commissione della Sarre. Si approva la risposta alla Delegazione tedesca su questo soggetto. Alle ore 16,15 esce il Comitato della Sarre ed entrano i periti per le riparazioni (per l’America: Baruch, McCormick, Lamont, Norman Davis, Dulles, Robinson; per l’Inghilterra: Lord Sumner, Lord Cunliffe, Sutton; per la Francia: Klotz, Loucheur, Jouasset; per l’Italia: Crespi, D’Amelio). NeH’intervallo Lloyd George dice ad Orlando: « Se avrete Fiume, non farete questione della redazione? » Orlando risponde: «No». Wilson. Nella bozza delle clausole per le riparazioni, da inserirsi nel Trattato con l’Austria, è stato proposto che i nuovi Stati, sorti dall’antico Impero austro-ungarico, debbano sopportare una parte del debito per le riparazioni. Ritengo che questo sia un peso eccessivo per tali Stati. Sono stato informato che se questi Paesi assumessero la quota del debito antebellico corrispondente ai loro territori e una responsabilità per riparazioni, ciò costituirebbe una quota per capita eccedente quella della Francia e dell’Inghilterra. Lloyd George. Non posso accettare queste previsioni. D’altronde l’ammontare delle responsabilità concernenti tali paesi non è stato ancora fissato: ciò fu lasciato alla Commissione delle riparazioni. Wilson. Io supponevo fosse inteso che questi Stati dovessero pagare la loro quota di riparazioni per intero. Ciò, a mio avviso, sarebbe un peso eccessivamente grave, e sono stato informato che, ove fosse imposto, taluno di questi Stati rifiuterebbe di firmare il Trattato. Questo è un pericolo, perché se questi Stati fossero messi nella posizione di condebitori solidali della Germania, potrebbero volgersi alla Germania per il loro sviluppo economico. Aggiungo che non è tanto l’ammontare della quota, quanto il principio della sua imposizione, che avrebbe cosi dannoso effetto sul credito immediato di quei paesi. Lamont. Senza dubbio la proposta che questi Stati de.b-