I9I9l L'atteggiamento di Sonnino 313 popolazioni ex austro-ungariche che lo facessero allo scopo di evitare i maggiori aggravi economici che avrebbero restando nell’antico territorio. Tardieu riferisce sui lavori delle singole Commissioni che studiarono la questione dei confini tra Ungheria e Jugoslavia, tra Ungheria e Cecoslovacchia.) Si discute se vi sia necessità di mutamenti nella frontiera tra Austria ed Ungheria. Si crede di no, ma ad ogni modo una Commissione può studiare il problema, per il caso esso venga presentato. Sonnino dice: « Perché incitarli, in tal modo, a sollevar la questione? » La questione delle altre frontiere dell’Austria sarà esaminata domani. Alla discussione sono intervenuti principalmente Sonnino, Balfour per l’Inghilterra, Lansing per l’America. Tra Sonnino e Lansing vi è piuttosto discordanza. In questi giorni Lloyd George è apparso cordiale ed amico; Clemenceau nemico; Wilson, nell’animo, nemico, ma, esteriormente, di una correttezza melliflua. Da Roma giunge notizia che Barrère, nell’intento di trovare una soluzione alle nostre difficoltà, è partito per Parigi. Pichon mostra di ignorarlo. Sempre da Roma giunge notizia, come trapelata nella stampa, di opinioni espresse nel 1914 da Sonnino, che l’Italia dovesse marciare con la Germania e l’Austria-Ungheria. Ne parlo a Sonnino, che mi risponde: « Dichiarazioni pubbliche, no ». Poiché nella stampa si è fatto anche accenno ad una sua lettera a Guicciardini o Bertolini, con lo stesso pensiero, gli domando: «Vuol fare smentite? » Mi risponde: « Non dico niente, e non vi è niente da dire ». Imperiali narra che Steed avrebbe copia di una lettera di Sonnino nel senso suddetto (1). Venerdì, 9 maggio. Ore 10,30. Riunione presso Wilson dei Quattro, con il Consiglio economico. (1) Cfr. a pag. 54.