Frontiere austriache [9 mag. Ore 15. Riunione al Quai D’Orsay. Sono presenti i cinque ministri degli Esteri, periti, segretari. In tutto 42 persone! Per l’Italia: Sonnino, De Martino, Aldrovandi, Vannutelli e Bertelè. Si parla dapprima delle frontiere tra l’Austria e la Cecoslovacchia. Si tratta, poi, delle frontiere tra Austria e Jugoslavia, e, dopo una lunga discussione, piuttosto ondeggiante, sulla competenza del Consiglio dei ministri degli Esteri a trattare la questione ivi connessa della frontiera tra Austria ed Italia che è stata riservata al Consiglio dei Quattro, si rimanda tutto ad una Commissione di studio. Tale Commissione dovrà specialmente riferire sulla situazione etnografico-eco-nomica dei bacini di Marburg e di Klagenfurt per i quali Sonnino ha presentato riserve, sostenendo la loro appartenenza all’Austria. Nella discussione sono intervenuti, oltre Sonnino, specialmente, e come ieri, Balfour e Lansing. Alle ore 16, riunione dei Quattro, presso Wilson. (Si discorre dell’azione da eseguirsi nell’evento che i Tedeschi non firmino il Trattato. Wilson vorrebbe esserne edotto, anche per quanto riguarda il rimpatrio delle truppe americane. Lloyd George osserva: « Fra quindici giorni sapremo se avremo ancora la guerra, oppur no ».) Clemenceau. In questo momento deve essere riunita una Commissione militare che si occupa dell’argomento. Mi è stato riferito però che non vi sono gli Italiani, perché, essendo stati invitati, essi hanno risposto che non erano pronti. Naturalmente non possiamo arrestare il lavoro perché gli Italiani non sono pronti. Ho detto al generale Belin di passar oltre, e discutere la questione senza gli Italiani. Orlando. Vi deve essere un malinteso. Lloyd George. Dovrebbe considerarsi anche l’eventualità dell’occupazione di Berlino e di Francoforte. Clemenceau. Proporrei che sentissimo il maresciallo Foch domani. Wilson. Sta bene.