44 San Giuliano e Merey attribuirsi all’impreveduto ritorno di Avarna a Vienna; e che, mentre dapprima si pensava mantenere le due Rappresentanze in istato di parità, con due incaricati d’afri, Ambrozy e me, invece che con due ambasciatori, il ritorno di Avarna modificò la decisione del Governo austro-ungarico. Intorno a Merey, al suo carattere, ai suoi difetti, molto è stato scritto da Italiani, da Austriaci e da stranieri. Funzionario intelligente e diligente, ma diffidente e bilioso, non aveva né simpatie né stima per l’Italia e per gli Italiani. Appariva sempre scontento ed arcigno, pur usando sempre con tutti squisite maniere. Ma negli ultimi tempi erano occorsi vari incidenti che avevano accresciuto la tensione fra lui e San Giuliano, che lo vedeva spessissimo, quasi ogni giorno. Nell’atteggiamento di San Giuliano v’era un presupposto di lealtà che non sembrava trovare riscontro in Merey (i). b certo che San Giuliano aveva lavorato quanto aveva potuto per conseguire uno stato soddisfacente nei difficili rapporti fra Italia ed Austria-Ungheria. Ma appena sembrava che si fosse ottenuto un favorevole risultato sopravvenivano incidenti che liacutizzavano i dissensi. Cosi i decreti Hohenlohe a Trieste nel 1913; cosi le dimostrazioni italofobe nel marzo 1914 a Trieste ed a Spalato, nell’aprile a Fiume; ed i conflitti sanguinosi del i° maggio a Trieste, che provocarono violente reazioni in Italia. Questi incidenti, se pure potevano di volta in volta appianarsi e sopirsi, lasciavano indelebili amarezze, rafforzavano (1) Ricordo che una volta, nel 1913, fui mandato a Bucarest in missione segreta connessa con l’accessione della Romania alla Triplice. In treno trovai un astuto giornalista italiano che mi clàese ove andavo. Per stornare ogni possibile indiscrezione gli dissi che andavo a Costantinopoli; e difatti da Bucarest ritornai in Italia via Costantinopoli. I giornali di Vienna dettero notizia della mia presenza in Turchia connettendola a non so quali negoziati per il Podecaneso. Ritornato a Roma portai a San Giuliano i saluti di Garroni, ambasciatore a Costantinopoli. San Giuliano mi disse- « Di Garroni? Lei è stato a Costantinopoli? ». Ne spiegai il motivo. «Vada subito da Merey» mi disse San Giuliano « e dica perché ella fu a Costantinopoli. Merey mi ha chiesto che cosa ella fosse andata a fare a Costantinopoli ed io gli ho assoluta-mente smentito che ella vi sia stato ». Merey accolse poi la mia spiegazione con un risolino, non so se soddisfatto o incredulo.