San Giuliano e Merey A crisi di Sarajevo aperta, il 2 luglio, l’ambasciatore di Germania Flotow, sempre a proposito dell’Albania, comunicava confidenzialmente a San Giuliano il pericolo che l’Austria tentasse impadronirsi di sorpresa del Lovcen. Quasi a riassunto finale, il 18 luglio Merey dichiarava a San Giuliano che a suo avviso il Governo italiano seguiva in Albania una politica subdola e sleale, contraria agli impegni con l’Austria. Kgli affermava averne le prove, e poter scrivere un volume di cinquecento pagine per dimostrarlo. Richiesto però di presentare queste prove, Merey non lo fece, e portata la questione da Avarna a Berchtold, per ordine di San Giuliano, Berchtold dichiarò il 23 luglio, il giorno della rimessa dell'ultimatum alla Serbia, che ;< Merey non aveva mai messo in dubbio la lealtà del R. Governo » (1). * Quanto ho riferito può dare un’idea, se pure di scorcio, di ciò che fossero i rapporti tra Italia ed Austria-Ungheria ed in quale atmosfera si svolgessero. Eppure, non ostante tutto, San Giuliano vedeva la necessità di perseverare tenacemente in una politica di accordi, persuaso che ciò fosse imposto dagli interessi vitali Ksattamente San Giuliano distingueva, nel riferire il colloquio con Merey, tra provvedimenti « secondo Berchtold » e « secondo Merey ». Avarna avvertiva: « Sebbene non abbia indizi positivi è da supporre che la minaccia fatta da Merey, di qualche atto energico da parte del-l'Austria-Ungheria a nostro riguardo, sia stata da lui fatta sotto la pressione di un Altissimo Personaggio che dopo l’ultima malattia dell’imperatore prende parte ancóra più attiva alla politica interna ed estera della Monarchia e non di rado suole far pervenire, in modo indiretto, istruzioni agli ambasciatori, come lo stesso Merey mi confidò un tempo ». L’Altissimo Personaggio era evidentemente l’arciduca Francesco Ferdinando, assassinato il 28 giugno, il giorno stesso in cui il telegramma di Avarna recante le informazioni surriferite giungeva alla Consulta. (1) Riproduco da un telegramma di San Giuliano ad Aliotti,comunicato pei posta alla R. Ambasciata a Vienna in data 18 giugno, i seguenti brani di istruzioni: «Credo opportuno riassumere per norma della S. V. le direttive generali della politica del R. Governo che sono ispirate dalla visione completa degli interessi del nostro Paese non soltanto in Albania ma anche nelle altre questioni, e dalla conoscenza, che naturalmente non può essere completa costà, della situazione internazionale. È assolutamente necessario che gli attuali buoni accordi